Maurito torna in campo a San Siro, ma la squadra di Spalletti non sfonda. Gasperini aggancia il Milan a quota 52 punti e continua a credere nella Champions
Ci sono rese dei conti in cui i conti restano sospesi. Ci sono duelli all’ultimo sangue in cui alla fine non spara nessuno. L’atteso spareggio Champions finisce con uno 0-0 e una classifica che si muove il giusto per entrambe: l’Inter è un turno più vicina alla Champions, l’Atalanta resta in corsa, nessuna ha fatto il botto. Il ricordo del 4-1 di Bergamo è fresco, quello del 7-1 di San Siro indelebile: ce n’era abbastanza, anche dopo i 4 gol in 15′ dei bergamaschi col Bologna, per aspettarsi fuochi d’artificio. Anche i nuvoloni su San Siro promettono tempesta. Niente, una breve fase di pioggia, ma finisce lì. Anche l’atteso ritorno a San Siro di Icardi non è esplosivo: nessuna esultanza da valutare, contestazione presente, ma nulla che non si sia già visto in passato. Compresa la spaccatura del pubblico di San Siro: curva Nord contro, gran parte dello stadio pro. L’Atalanta non tira mai in porta, l’Inter fa segnare qualche regressione del gioco: alla fine, nessuna può recriminare troppo per i tre punti mancati.
SENZA ZAPATA — Zapata manca parecchio a Gasperini: la sua Atalanta mette in campo la solita forza fisica, i soliti principi di gioco, la solita verticalità. Però le occasioni vere latitano: Handanovic non compie parate, i pericoli maggiori sono sue due cross bassi del Papu e di Ilicic. Pasalic, il sostituto del colombiano, è fra i meno concreti, Ilicic gira al largo, pur regalando le solite carrettate di classe. E al 3′ della ripresa Duvan ci sarebbe arrivato, su quel cross basso di Ilicic (dopo pasticcio di Gagliardini) che il Papu sfiora solamente.SENZA BROZO — Anche Spalletti può recriminare su un’assenza, quella parziale di Brozovic (che si aggiunge a quelle totali di Lautaro e De Vrij). Epic esce dopo 21′, vittima di una distrazione muscolare ai flessori della coscia destra su un allungo (non un gran momento per i muscoli interisti). Uscendo lui, qualche cosa si inceppa nella manovra nerazzurra, con un possesso palla decisamente meno fluido di quelli di Genova. Handanovic deve spesso abiurare il credo della “partenza da dietro”, il gioco si sviluppa quasi unicamente sulle fasce, dove Asamoah è piuttosto attivo. Al posto di Brozo entra Nainggolan, che pur creando l’occasione più nitida della ripresa (chiude Gollini al 72′) non riesce davvero a marcare la partita.
PRESENTI — Non è più assente Icardi. La partita di Mauro parte con qualche coro non proprio gentile della Nord (come previsto), continua registrando il supporto del resto di San Siro, ha i momenti migliori nelle sponde e nei veli per i compagni, buoni per innescare le ripartenze (già al 9′ lancia Vecino che quasi inventa un supergol). Tocca più palloni del solito con profitto, però, come se le due cose non fossero compatibili, diventa meno letale in area. La palla che riceve al 31′ è buona, buonissima, ma ci pensa e si fa murare da Gollini in uscita. E nella ripresa, su corner, di testa piazza un quasi assist per Perisic: salva Castagne. I gol a San Siro restano tre, i punti di vantaggio sulla quinta restano cinque. E l’Inter vuole guardare i dati collettivi… FONTE:GAZZETTA.IT