Primo tempo senza emozioni. Una rete che vale il quarto posto. Musso difende la porta bianconera ma il bosniaco riesce a beffarlo e rompe il digiuno
Un gol che vale un po’ di Champions. Nei sogni e nelle speranze ma anche nella classifica, con la Roma che in attesa di Milan-Lazio torna al quarto posto e respira proprio quell’aria lì, di Champions. Un gol che è stato di fatto una liberazione, perché Edin Dzeko non segnava in casa da quasi un anno (l’ultima vola era stato il 28 aprile 2018) e perché con questa rete il bosniaco non solo ha mandato al tappeto un’ottima Udinese (1-0), ma anche ridato fiducia e stima ad una Roma che sabato va a far visita all’Inter. L’Udinese, invece, ha iniziato molto bene entrambi i tempi, sedendosi però in ambo i casi strada facendo.
POCHE IDEE — Ranieri alla fine non se la sente di rischiare Florenzi dall’inizio ed opta per la difesa con quattro centrali, due di ruolo (Fazio e Manolas) e due adattati sugli esterni (Jesus a destra e Marcano a sinistra). Il che lo porta però a tornare sui suoi passi ed a schierare anche Schick, per aumentare il potenziale offensivo ed ovviare alla poca propulsione in fascia. Tudor, invece, conferma il 3-5-2, con De Paul che ha licenza d’inventare gioco e D’Alessandro e Larsen che in fascia provano a creare pericoli. Ed all’inizio il giochino bianconero funziona anche bene, tanto che prima Mandragora poi Lasagna (due volte) mettono i brividi ai giallorossi, con Manolas al 17′ bravo a salvare in extremis proprio sul centravanti ospite. Il problema per Ranieri sono proprio alcuni sbilanciamenti, la mancanza di distanze giuste tra alcuni giocatori e le ripartenze improvvise dell’Udinese. Poi, però, con il passare dei minuti la Roma trova equilibrio e dal 20′ in poi di fatto gestisce costantemente la partita, sfiorando il colpo giusto prima con Cristante (tap-in sbagliato) e poi con Zaniolo (mancato aggancio a tu per tu con Musso) e andando al tiro con i vari Marcano (ma quanti cross sbagliati dallo spagnolo…), El Shaarawy (due volte) e Schick. Di pericoli veri, però, Musso ne corre francamente pochi, complice anche un acquazzone che da metà primo tempo si abbatte sull’Olimpico e rende difficilissimo giocare palla a terra.
L’AFFONDO — Per provare allora a cambiare timbro alla partita, Ranieri da inizio ripresa lascia fuori Juan Jesus e Schick e manda dentro Florenzi e Pellegrini. Esattamente come nel primo tempo, però, a rendersi pericolosa in serie è l’Udinese, che tra il 4′ e il 12′ sfiora il gol in quattro occasioni: prima con un colpo di testa di Okaka che Mirante trattiene a fatica, poi con uno spunto di Lasagna (in fuorigioco) che salta Mirante ma si allunga troppo la palla, quindi con cross di D’Alessandro deviato da Florenzi e infine con un colpo di testa di De Maio che si stampa sul palo esterno. Proprio come nel primo tempo, la Roma ritrova equilibrio in corsa (anche grazie a Pellegrini) e riprende in mano la partita. Cristante va vicino al gol di testa, stesso cosa Dzeko che trova Musso a dirgli di no, Manolas ci va addirittura ad un passo, con Fofana che salva sulla linea a botta sicura. Così al 25′ è El Shaarawy ad inventarsi la palla giusta in verticale per Dzeko, che di destro trafigge Musso e torna al gol all’Olimpico dopo quasi un anno di astinenza (le ultime reti nello stadio di casa erano datate 28 aprile 2018, la doppietta nel 4-1 al Chievo). Sull’azione del gol, però, si fa ancora male De Rossi, mentre Tudor per andare a caccia del pari si gioca prima la carta Pussetto e poi quella Teodorczynk, passando di fatto ad un 4-3-3. Ma finisce così, con la Roma a festeggiare una vittoria fondamentale e l’Udinese a recriminare per le azioni non concretizzate. FONTE:GAZZETTA.IT