I bianconeri falliscono il match-point scudetto: nella ripresa gli uomini di Semplici ribaltano il risultato
Il Grinch, in confronto alla Juve di questo sabato di aprile, è un bambino innamorato del Natale. La Juve viene a Ferrara con la voglia di festeggiare ai minimi storici e alla fine perde, perde contro la Spal quintultima nonostante il gol del vantaggio di Kean. Un risultato così – Spal batte Juve – non si vedeva da 62 anni. Questa volta il tabellone alla fine dice 2-1, rimonta con gol di Bonifazi e Floccari, già eroe promozione che quando c’è da timbrare un momento importante non si tira indietro. Conseguenze, due. La prima: la Juve non è campione d’Italia e dovrà aspettare Juve-Fiorentina della prossima settimana, a meno che il Napoli non perda punti domani alle 18 a Verona contro il Chievo. La seconda: la Spal sale a 35 punti e comincia a respirare l’aria buona della salvezza
.I TRE GOL — I gol sono episodi. La Juve va avanti dopo mezz’ora con un gol di sponda di Moise Kean: Cancelo stringe da sinistra col sinistro e calcia, Mosè vede la palla che passa e gira il piattone, quanto basta per indirizzarlo in porta. Vale ripescare i vecchi teoremi creati per Pippo Inzaghi: di questi tempi non è lui che cerca il gol, è il gol che gli suona alla porta. La Spal pareggia quattro minuti dopo l’intervallo con un colpo di testa da angolo di Bonifazi, che salta nella zona di Bentancur e schiaccia in porta, poi va avanti a un quarto d’ora dalla fine. Murgia anticipa Nicolussi Caviglia, Gozzi non legge l’inserimento di Floccari che, solo davanti a Perin, la mette nell’angolo. La Juve in quel momento come attaccante centrale ha Mavididi e insomma, ci prova più che altro per senso del dovere. Allegri si prende un rischio con Bernardeschi, ma in fondo nulla cambia: 2-1 era e 2-1 rimane.
DYBALA TRISTE — La partita è a lungo un omaggio alla non violenza: possesso Juve, qualche colpo di tacco di guarnizione e zero pericoli. La Spal tocca il primo pallone dopo cento secondi, Cancelo passeggia col limitatore di velocità inserito, Lazzari crossa ma Petagna non arriva. L’atmosfera del resto non è da festa: juventini pochi, al netto del settore ospiti che dopo il gol di Kean canta “I campioni dell’Italia siamo noi”. Durerà poco. Per questo la Spal comincia a crederci, spinta anche dal pubblico. Le occasioni del resto sono minime, Perin e Viviano restano tranquilli e in 90 minuti succede pochino. Nell’atmosfera generale da weekend al parco, Paulo Dybala è un simbolo. Forse intristito per dover giocare questa partita – non l’altra, martedì ad Amsterdam – arretra come sempre per cercare la palla ma sembra annoiato, calcia nel secondo tempo ma in generale sembra un’anima persa, quasi offesa dal suo allenatore.
I GIOVANI — E allora, che cosa resterà di questa partita? Questa strana Juve piena di giovani, con Gozzi e Kastanos dall’inizio, Nicolussi Caviglia e Mavididi in campo nel secondo tempo. Eppure, nessuno se la sarà goduta davvero. Hans il biondo è stato l’unico a far vedere qualcosa – un tiro in porta, un bel lancio, qualche giocata interessante – ma anche il primo dei colpevoli sul gol di Floccari. Più tristi di lui, l’Empoli e il Bologna. La Juve in Toscana aveva vinto con un gol di Cristiano Ronaldo in modalità supereroe, al Dall’Ara con un Dybala frizzante. C’è differenza. Fermi a 28 e 30 punti, con la Spal ormai a 35, si scoprono soli all’inseguimento della salvezza. FONTE:GAZZETTA.IT