Non si vede luce per quanto riguarda l’atteso bando per le nuove concessioni di scommesse. Nel documento inviato al Mef 10 giorni fa, il Consiglio di Stato aveva ravvisato diverse criticità nella proposta di bando di gara.
Limitazioni territoriali ed orarie da parte degli enti locali, la conseguente distribuzione dei negozi, l’obbligo per i concessionari di attivare solo il 30% dei diritti acquisiti, il rischio per le entrate erariali e la mancanza di attuazione dell’intesa Stato-Ragione raggiunta nel 2017 erano alcuni dei punti chiave dello stop imposto dal Consiglio di Stato. Ma adesso che succederà?
Secondo quanto appreso da Agimeg da fonti istituzionali, l’ADM starebbe valutando gli interventi correttivi del documento di gara, interventi che andranno condivisi con il Mef. Ma su tutto pende la spada di Damocle dei poteri delle Regioni in tema di salute pubblica. Le normative sul gioco hanno una distribuzione a macchia di leopardo sul territorio, con differenze anche sostanziali tra singoli comuni. Su questo punto il Consiglio di Stato ha espresso le maggiori perplessità, invitando il Mef a riprendere il percorso aperto con l’intesa Stato-Ragioni portata avanti dall’ex sottosegretario alle Finanze Pierpaolo Baretta.
Ma in mancanza di un intervento del Legislatore sulla questione, qualsiasi altra operazione appare complicata se non impossibile da portare avanti. Tutto questo – secondo le fonti istituzionali interpellate da Agimeg – non permette di avere un orizzonte ben definito su quando potrà essere emanato il bando. Già si parla quindi di nuova proroga, l’ennesima, rinnovo che già quest’anno, come riportato nel Documento di Economia e Finanza, ha permesso comunque entrate (insieme alla proroga delle concessioni del bingo) per 71 milioni di euro. lp/AGIMEG /
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