Gara con tante occasioni da entrambe le parti, sbloccata dal gran gol del belga dopo soli 7’. Il portoghese sale in cattedra nella ripresa e arriva a quota 600 con i club
La fame di Champions League dell’Inter, la fame di gol di Cristiano Ronaldo che fa 600 nei club. No, Inter-Juve non può mai essere una partita normale, anche se ci sono 26 punti di differenza, e così è anche stavolta: a San Siro finisce 1-1, ed è una serata da fuochi d’artificio. I nerazzurri fanno un altro passettino verso la coppa più importante, anche se la Roma oggi ha vinto (risalendo a -4 e al 4° posto) e domani Milan e Atalanta possono avvicinarsi a soli 3 punti; i bianconeri dimostrano che l’ottavo scudetto di fila già sulle maglie sarà nobilitato eccome con partite di spessore. Spalletti domina il primo tempo, segna subito con Nainggolan ma non la chiude. Allegri parte più lento, sa aspettare e poi cala l’asso CR7, un lampo nell’area nerazzurra per firmare il gol numero 20 in Serie A, e nel finale potrebbe anche fare il colpo da 3 punti.
INIZIO TOP — L’Inter fa tanto nel primo tempo e soprattutto tanto di quello che spesso quest’anno è mancato a Spalletti nelle partite da non sbagliare. I nerazzurri, che a sorpresa si presentano con Icardi e non Lautaro unica punta, non danno tempo alla Juve, hanno più benzina, affondano su ogni pallone, non mollano un millimetro. La conseguenza di un’Inter così energetica sono le occasioni in serie dopo il super gol dopo 8 minuti del Ninja, che una serata così contro la nemica Signora forse non l’aveva mai nemmeno sognata. Al 12’ prima Icardi e poi De Vrij di testa potrebbero uccidere il match, ma Szczesny si fa trovare decisamente più pronto rispetto al “tiraccio” di Nainggolan. Un’altra occasionissima ce l’ha ancora Maurito al 29’, quando favorito da un rimpallo calcia da due passi ma Matuidi si mette in mezzo e lo mura. E la Juve? Non ha la fretta di spingere a tutta e dalle parti di Handanovic si vede solo con Bernardeschi, che va alto su assist di Ronaldo. CR7, che al Meazza ha vinto la Champions con il Real nel 2016, nei primi 45’ fa qualche girighori e poco altro, ben controllato a turno da D’Ambrosio, De Vrij e Politano. San Siro (sold out per motivi di sicurezza a quota 73.855 spettatori) ribolle di entusiasmo e quando Matuidi fa fallo su D’Ambrosio nell’area nerazzurra e la curva accenna i buu il resto dello stadio fischia il centrocampista juventino.
ECCO RONALDO — Mai dare per finita la Juve, però, perché al ritorno in campo la musica è molto diversa e l’onda d’urto bianconera inizia a manifestarsi. Allegri è il primo a cambiare e fa uscire Alex Sandro e Matuidi, giocandosi le carte Spinazzola e Kean. Al 12’ è pericolosissima l’Inter con Perisic, che duetta con Brozovic su un calcio di punizione, poi ecco Ronaldo. Sì, CR7 decide che è il momento di essere decisivo. Prima fa le prove ma viene murato da De Vrij, poi al 17’ è implacabile e segna l’1-1: scambia con Pjanic e poi fa partire un missile che buca Handa sul primo palo, senza che lo sloveno possa nemmeno fare un passo. È 1-1, ma non finisce qui. Al 25’ Perisic-Icardi-Perisic dentro l’area ma Szczesny è fenomenale e devia in angolo. Spalletti toglie un esausto Nainggolan per Borja Valero e sposta Vecino trequartista: l’Inter soffre sulla destra, da dove piovono tantissimi cross. La Juve si vede ancora con Pjanic al volo su assist di Spinazzola ma Handanovic è attento. Va fuori Icardi, Lautaro prova a dare la scossa ma l’Inter non sa più essere pericolosa. Diversamente da Ronaldo, che al 90’ fa passerella anche in versione assistman: lui è perfetto, Pereira meno e la grossissima chance per il colpaccio Juve sfuma. Ma forse sarebbe stato troppo. FONTE:GAZZETTA.IT