I giallorossi conquistano i tre punti contro i rossoblù e si portano, in attesa di Milan e Atalanta, al 4° posto
Sembrava la mossa a sorpresa, si è invece rivelata quella vincente. O, almeno, una delle chiavi con cui la Roma ha superato per 3-0 il Cagliari, tornando temporaneamente al quarto posto e, quindi, in Champions. Quella mossa ha il nome di Javier Pastore, ritirato fuori dai vecchi armadi di Trigoria e capace di giocare una partita come ai suoi tempi d’oro. Per l’argentino gol, traversa e una serie di giocate da applausi. A chiudere il 3-0 giallorosso il gol iniziale di Fazio e quello finale di Kolarov. Per il Cagliari, invece, una partenza ad handicap, in una gara dove si sono distinti Barella e Cragno, molto meno l’ex Luca Pellegrini.
UNO-DUE — Ranieri un po’ a sorpresa lascia fuori Schick e rilancia dal via Pastore come trequartista centrale alle spalle di Dzeko, Maran invece ai affida al classico undici che gli ha permesso di portare a casa 13 punti nelle ultime sei gare di campionato. La mossa giusta a conti fatti è quella di Ranieri, perché Pastore non solo segna il gol del 2-0 con un piatto chirurgico al termine di un’azione bellissima (apertura di prima di Kolarov e spunto in velocità di Kluivert), ma è protagonista di tutta una serie di giocate da applausi, tra cui una traversa piena (43’) ed una rabona in corsa. Insomma, il gol quasi in apertura (8’) esalta l’argentino, che poi regala alcuni dei suoi colpi migliori. Ad aprire le danze, però, era stato ancora prima (5’) Fazio di testa, con Cragno capace di tirare fuori il pallone dalla porta troppo tardi, quando aveva già sbattuto sul palo e superato la linea. Il doppio svantaggio sgonfia subito il Cagliari, dove Cigarini in regia è terribilmente falloso e Luca Pellegrini soffre l’emozione di giocare contro i suoi ex compagni e sbaglia un po’ tutto. Pavoletti però la palla buona per riaprire la partita ce l’ha al 12’, ma Mirante è strepitoso in angolo. E allora la Roma gestisce il vantaggio e ogni tanto prova a far male negli spazi, con Lorenzo Pellegrini che trova un paio di corridoi in verticale. Da uno di questi, appunto, nasce l’azione della traversa di Pastore, a cui fa seguito uno spunto di El Shaarawy (tiro parato in angolo) e che era stata preceduta da un tiro di Florenzi di un soffio fuori. Insomma, stavolta la Roma gioca anche bene e si distende in verticale.
DOMINIO GIALLOROSSO — La ripresa si apre con Birsa che di testa mette i brividi a Mirante, ma poi sono ancora i giallorossi a sfiorare due volte il colpo del k.o..: prima un tiro di Dzeko (con deviazione fondamentale di Ceppitelli) finisce sul palo, poi un tap-in corsa di Pellegrini va fuori di un soffio da dentro l’area di rigore. Kluivert a destra accende spesso il motore ed accelera quando vuole, Pastore ha un altro paio di spunti da gigante del calcio, Cragno fa una super parata su El Shaarawy e Dzeko si divora il 3-0 non si sa neanche come. Insomma, se il risultato resta ancora in bilico è solo perché la Roma non riesce ad essere cinica e concreta come dovrebbe. Al 41’, però, ci pensa Kolarov a chiudere i giochi, ribadendo in rete una respinta di Cragno su Perotti. L’ultimo acuto è di Pavoletti in corsa, ma il suo destro in corsa finisce fuori. Poi niente più, con la Roma tornata momentaneamente al quarto posto (in attesa delle gare di Atalanta e Milan) ed il Cagliari con la testa già al Napoli. FONTE:GAZZETTA.IT