La Regione Piemonte ha varato a maggio 2016 un testo di legge per il contrasto al gioco d’azzardo patologico che ha previsto una tempistica differenziata per l’adeguamento di diverse tipologie di esercizi che offrono gioco pubblico
A differenza di altre regioni, che hanno rivisto i testi precedentemente varati, modificando la tempistica di entrata in vigore del “distanziometro”, per il Piemonte ciò non è avvenuto. Gli effetti della legge relativi alla prima scadenza, fissata al 20 novembre 2017, si sono già manifestati. Dopo l’applicazione delle misure contenute nella legge 9/2016 (compressione degli orari di gioco e applicazione del “distanziometro”), tra marzo 2017 e settembre 2018, risulta fortissima la riduzione del numero degli esercizi che propongono l’offerta del gioco: i punti vendita generalisti sono scesi da 6.241 a 1.788. Per quello che riguarda il numero degli apparecchi AWP operativi in Piemonte, esso è sceso da 26.134 a 12.468, con una riduzione pari al 52%.
C’è da specificare che alla prima scadenza del 20 novembre 2017, erano interessati solo gli esercizi “generalisti”, per i quali le norme consentono la presenza dei soli apparecchi AWP, mentre i negozi specializzati, non interessati da questa prima scadenza, ospitano sia apparecchi AWP che VLT. Nonostante questa diminuzione dell’offerta, l’Eurispes ha calcolato che nel primo anno di piena applicazione delle misure contenute nella legge 9/2016 (compressione degli orari di gioco e applicazione del “distanziometro”), ovvero nel 2018, i volumi di gioco dei cittadini piemontesi, sono, in realtà, aumentati. I cittadini che hanno consumato gioco pubblico in Piemonte durante il 2018, hanno effettuato “giocate” per 103.508.278,72 euro in più rispetto al 2016. Se è vero che la “spesa”, nel 2018, è scesa di circa 148 milioni di euro per la diminuzione del gioco con le AWP, che hanno un payout assai inferiore rispetto all’online, è altrettanto vero che, comunque, nel 2018 in Piemonte si è “giocato di più”.
La diminuzione dei volumi di gioco sulle AWP è stata, tra il 2016 e il 2018, evidentemente imponente: oltre 876 milioni di euro (-44%). Nello stesso arco temporale, però, altre tipologie di gioco su rete fisica hanno riscontrato aumenti, e tra questi i più rilevanti sono quelli delle VLT, con volumi cresciuti di circa 186 milioni di euro. Questo maggior consumo si è verificato interamente nei negozi specializzati, gli unici che possono ospitarle. Spiega Alberto Baldazzi:
«L’impatto della legge 9/2016 ha generato ad oggi una riduzione del consumo di gioco attraverso apparecchi AWP ‒ per altro in parte compensata dall’aumento di quello attraverso VLT e, più in generale del volume complessivo delle altre tipologie – da parte del giocatore “sociale” che, in quanto tale, non è ritenuto a rischio di dipendenze, mentre il giocatore problematico e/o patologico non ne è stato realmente investito».
Eurispes, “Dal 20 maggio il gioco sarà espulso dal Piemonte lasciando il campo ai “Totem” non autorizzati e gestiti dalla criminalità organizzata”
Dopo il 20 di maggio – è l’allarme lanciato dall’Eurispes nello studio “Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte” – l’offerta pubblica sul territorio del Piemonte per quanto riguarda gli apparecchi da gioco (AWP e VLT) subirà un ulteriore taglio che diverse proiezioni collocano intorno all’80%.
Ciò comporterà una crisi drammatica per gli esercenti di negozi che offrono gioco attraverso gli apparecchi da intrattenimento, ma anche le altre tipologie di offerta ne risentiranno, in quanto nella tenuta dei conti di molti esercizi specializzati il concorso degli introiti da apparecchi è determinante. Per quello che riguarda le AWP, la riduzione dell’offerta non riguarderà la quota residua presente nei negozi generalisti, che si sono già ridotti a circa 1.070, ma si concentrerà su quelle presenti nei negozi specializzati che attualmente ospitano circa i due terzi delle 12.468 AWP presenti sul territorio regionale. Dal momento che i volumi di gioco 2018 generati dalle AWP ammontavano a circa 1 miliardo e 100 milioni di euro, applicando una riduzione dell’80% ai due terzi di questo volume, si produce una tendenziale riduzione di volume di gioco pari a circa 550 milioni di euro. Somma che corrisponde ad una riduzione, in termini di entrate erariali, di ulteriori 110-115 milioni di euro su base annua nel 2020. I punti vendita generalisti sono scesi da 6.241 a 1.788, in relazione alla scadenza del 20 novembre 2017, la diminuzione dell’offerta interesserà l’intera area delle VLT, che nel 2018 ha espresso un volume di giocate pari a circa 1 miliardo e 900 milioni di euro. Applicando una riduzione tendenziale dell’80%, si dovrebbe manifestare una riduzione pari a circa 1 miliardo e mezzo nei volumi di gioco (cui corrisponderebbe una riduzione in termini di entrate erariali di circa 100 milioni di euro su base annua nel 2020).
La somma di queste riduzioni del volume di gioco (VLT + AWP) dovrebbe assestarsi intorno ai 2 miliardi di euro. In particolare, secondo l’analisi elaborata dall’Eurispes, l’offerta del gioco pubblico scomparirà quasi del tutto dai centri urbani e sopravviverà in maniera residuale, nella zone rurali e nelle periferie. Gli esercizi che offrono gioco pubblico attraverso apparecchi AWP e VLT, scenderanno in Piemonte da 6.241 a 1.150.
La stima complessiva dell’effetto sui redditi da lavoro nella Regione Piemonte, conseguente alla piena applicazione della legge regionale, produce una previsione di perdita occupazionale complessiva tra la fine del 2017 ed il 2019 di oltre 5.200 addetti, così suddivisi: 2.217 addetti, già avvenuta al 20 novembre 2016 negli esercizi generalisti; 1.565 addetti, con l’applicazione del “distanziometro” al 20 maggio 2019 negli esercizi specializzati; 1.114 addetti, nei mesi successivi al maggio 2019, per diseconomicità dei residuali esercizi specializzati; 321 addetti, dal 20 maggio 2019 quale effetto della diminuzione di attività nella filiera distributiva.
Come spiegato da Antonio De Donno, Presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Permanente su “Giochi, Legalità e Patologie” di Eurispes, e Procuratore Capo della Repubblica di Brindisi, «Proibizionismo e para-proibizionismo altro non sono che l’anticamera del gioco illegale gestito dai settori malavitosi. Alcune iniziative assunte dalle Autonomie locali ed “eccedenti” il così detto “spirito dell’Intesa”, quali la riproposizione sic et simpliciter dello strumento del “distanziometro” e la compressione degli orari giornalieri nei quali è possibile esercitare il gioco legale, certo inconsapevolmente producono il rischio di una ripresa dell’area dell’illegalità.
Ogni eccessiva “compressione” delle dinamiche logistiche ed orarie relative al gioco legale, in primo luogo rafforza l’identità problematica del giocatore a rischio o patologico». Secondo il report del III Reparto Operazioni del Comando Generale della Guardia di Finanza a livello nazionale, solo attraverso il web, nel 2018 il volume di giocate raccolte con meccanismi di frode sulle scommesse è valutato in 4,5 miliardi di euro. Per quel che riguarda gli apparecchi da gioco, la Guardia di Finanza ha individuato un vero e proprio ‘campionario’ di sistemi illeciti.
Tra questi vi sono l’uso di apparecchi con schede di gioco illegali e dotati di software diverso da quello autorizzato, e l’occultamento, in un doppiofondo dell’apparecchio, di schede in grado di leggere le giocate clandestine. Gli apparecchi illegali apparentemente propongono “giochi su Internet promozionali”, ma in verità celano un’offerta di giochi d’azzardo che, in alcuni casi, può essere attivata o disattivata da remoto dal gestore stesso. I “Totem” sono apparecchi non collegati alla rete dei Monopoli di Stato che, tramite connessione Internet, consentono di accedere a siti con server posti in paesi esteri e permettono l’accesso ad un’offerta estremamente ampia che include giochi analoghi a quelli proposti dagli apparecchi legali che offrono il gioco pubblico. In sostanza, i “Totem” rappresentano una delle forme di offerta di gioco non autorizzata e gestita dalla criminalità organizzata, alternativa all’offerta di gioco pubblico tramite AWP e VLT che è oggetto delle limitazioni territoriali previste dalle normative regionali, quale quella piemontese, emanate per il contrasto della dipendenza da gioco. Per il 2018 l’evasione fiscale collegata a queste attività illecite è quantificata in oltre 44 milioni di euro di imposta evasa, su una base imponibile di oltre 800 milioni di euro. Si evidenzia che gli apparecchi da gioco illegali “funzionano nonostante il divieto regionale” e vanno a coprire la domanda di gioco in territori lasciati scoperti dall’offerta pubblica che si è fortemente ridotta.
Le leggi della domanda e dell’offerta inducono a ritenere che difficilmente dal territorio piemontese potrà evaporare una quota così rilevante di consumo di gioco (circa 2 miliardi di euro). Le politiche che, di fatto, espellono dal mercato legale quote rilevanti o, come nel caso dello scenario piemontese, maggioritarie della propensione al gioco, rappresentano, quindi, una vera manna per il malaffare. Spiega il Comando Provinciale della Guardia di Finanza: «Saranno danneggiati, oltre all’erario, anche il giocatore spesso ludopatico, che non avrà alcuna garanzia sulla regolarità del gioco, sulle probabilità di vincita, e sul rapporto di cash-out erogato dal dispositivo, che, di norma, sono sempre a vantaggio dei componenti del sodalizio criminoso».
Nell’anno 2018, il numero degli apparecchi sequestrati risulta ridimensionato e pari a 102, ma i tributi evasi assommano ad euro 4.596.919,00. Nei primi tre mesi del 2019, il numero degli apparecchi sequestrati torna a salire a 251, mentre non è ancora disponibile il corrispettivo dato relativo alle somme evase. cr/AGIMEG/ The Betting Coach
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