Decidono nel finale un colpo di testa del serbo e una magia in contropiede del Tucu. Nerazzurri nervosi e meno in palla del solito
Il coniglio magico Inzaghi lo tira fuori dal cilindro al 33’ della ripresa, quando decide di giocarsi la carta Milinkovic, reduce da una doppia distorsione a ginocchio e caviglia destra. Quattro minuti dopo il serbo lo ripaga con il colpo di testa che manda in estasi la Lazio e che insieme al 2-0 di Correa consegna ai biancocelesti la settima coppa Italia della loro storia. Un’apoteosi finale, anche perché fino al gol di Milinkovic di occasioni ce n’erano state poche ma tra quelle poche le più pericolose erano state quasi tutte dell’Atalanta, che prima con De Roon e poi con Gomez si è vista negare dai pali la gioia del gol. Per i nerazzurri ora la testa va alla Champions, per i biancocelesti sarà invece una festa lunghissima.
TRA STRAPPI E PAUSE Inzaghi a destra preferisce Marusic a Romulo per sfruttare maggiormente la sua fisicità anche in fase di contenimento, mentre sulla stessa fascia Gasperini opta per Castagne al posto di Gosens. Per il resto le scelte sono quelle annunciate, compreso Correa in appoggio a Immobile, con Caicedo che parte dalla panchina. Si vive di strappi alternati a delle pause improvvise, anche perché proprio sulle corsie esterne né la Lazio né l’Atalanta riescono a prendere il sopravvento. Marusic-Castagne da una parte e Lulic-Hateboer dall’altra sono due sfide dove a lungo non c’è un vincitore. In più in casa nerazzurra Ilicic fatica a carburare, mentre in quella biancoceleste Immobile conferma tutte le difficoltà dell’ultimo periodo. Insomma, di spunti ce ne sono pochi, anche perché Leiva segue un po’ ovunque Gomez per limitarne l’inventiva, mentre Luis Alberto e Parolo faticano ad accompagnare la manovra. Così ne viene fuori un primo tempo in cui la Lazio tiene di più la palla (60%) ma poi a rendersi più pericolosa è l’Atalanta e Luiz Felipe finisce con distinguersi con un paio di chiusure da applausi. Gomez scalda subito le mani a Strakosha e Zapata di testa mette fuori male in elevazione, anche se poi l’occasione per passare i nerazzurri ce l’hanno ed arriva al 25’: punizione di Gomez, nel batti e ribatti De Roon colpisce il palo e lo stesso Zapata alla fine mette ancora fuori da buona posizione, ma sul tiro di De Roon c’è un mani netto di Bastos che né Banti (in campo) né Calvarese (al Var) rilevano. Sarebbe rigore e probabilmente anche espulsione, visto che Bastos era già ammonito. Tanto è vero che Inzaghi corre ai ripari e lo cambia poco dopo con Radu. L’Atalanta assapora la possibilità di passare, ma su uno dei suoi sbilanciamenti offensivi è Correa ad andare via uno contro uno a campo aperto con Masiello, che non può far altro che metterlo giù a 20 metri dalla porta.
BUM BUM LAZIALE Per liberare l’estro di Gomez Gasperini ad inizio ripresa passa al tridente d’attacco in modo di sottrarre l’argentino dalla marcatura di Leiva e allargare le maglie della difesa biancoceleste. Leiva viene subito ammonito su Ilicic, i duelli in mezzo al campo iniziano a diventare spigolosi mentre Immobile davanti continua a sbagliare un po’ tutto. Così Inzaghi a metà ripresa cambia e si gioca la carta Caicedo e al 24’ Correa ha la palla giusta su di un anticipo sbagliato di Djimsiti, ma il recupero in scivolata di Palomino è fondamentale. Di occasioni vere, però, ancora niente o giù di lì, perché con lo scorrere dei minuti gli equilibri difensivi diventano predominanti, esattamente come la paura di prendere un gol che potrebbe essere letale. A provarci di più è ancora l’Atalanta, anche perché Ilicic nel frattempo è salito un po’ di livello. Così al 31’ Gomez insiste e reinstite sul dribbling e colpisce l’incrocio esterno da posizione quasi impossibile, Inzaghi manda dentro anche Milinkovic ed è la mossa giusta, perché dopo appena 4 minuti dal suo ingresso il serbo sblocca la partita: angolo di Leiva e colpo di testa decisivo, anticipando Djimsiti. Gasperini allora i suoi mandando dentro tutti insieme Barrow, Pasalic e Gosens, ma a tenere in piedi i nerazzurri è Gollini che salva a tu per tu con Correa. La prima volta, ma non la seconda, perché al 44’ su una ripartenza Correa salta Freuler, fa fuori Gollini e stavolta insacca il 2-0. È l’apoteosi biancoceleste, al fianco delle lacrime bergamasche. FONTE:GAZZETTA.IT