I nerazzurri raggiungono l’Inter a quota 66 punti e sono terzi in classifica. In casa Juve festa Scudetto e lacrime per gli addii di Barzagli e Allegri
Tra commozione sparsa e aria di festa, tra tricolori che sventolano, sovrani che abdicano e generali che salutano, si rischiava di perdere di vista un piccolo grande dettaglio: qui all’Allianz l’Atalanta si giocava la storia, qui all’Allianz l’Atalanta è rimasta aggrappata alla Champions. Dopo questo 1-1 alla Dea basterà vincere contro il Sassuolo per raggiungere una vertigine impensabile. Il gol di Ilicic è solo una macchiolina in una serata che il mondo Juve non dimenticherà: Allegri (assieme a Barzagli) saluta senza una vittoria, ma con il tributo che meritava.
AI SALUTI C’è il nuovo arrivo Aaron Ramsey in tribuna, che fa più notizia della “carrambata” di Fernando Llorente, finalista in Champions con il Tottenham. E poi ecco Gigi Buffon lì a bordo campo a spellarsi le mani davanti al compagno di mille battaglie e al vecchio tecnico: Andrea Barzagli saluta il calcio, Max Allegri saluta la Juve. Barza accanto a Bonucci ha giocato perfino una finale di Champions, ma in questa ultima partita casalinga della carriera si trova davanti i rivoluzionari del Gasp, diavoli affamati d’Europa. Ordinati nel proporre la propria coraggiosa idea di mondo, determinati nell’andare oltre alla sconfitta bruciante in Coppa Italia.
CHE ILICIC Uno degli attaccanti che Bonucci soffre di più è Duvan Zapata, si sa: con quel fisico scolpito da Fidia va sempre via nel corpo a corpo col rivale. E così il colombiano nel primo tempo costruisce un’occasione colossale, sfiorando il palo di sinistro. La Juve, meno vacanziera delle ultime volte (la circostanza lo impone), produce pericoli, ma Cristiano, premiato come Mvp del campionato della Lega, è un filo impreciso sia nell’ultimo tiro che nell’ultimo tocco. Così le folate bianconere non portano pioggia: Cuadrado a destra pasticcia, Dybala come punta di raccordo alterna acuti a stecche. Alla fine è l’Atalanta, senza raggiungere le solite alte frequenze, a portare pericolo: Ilicic è il più ispirato e pure il più lesto a mettere il piedino su una palla che da calcio d’angolo danza davanti alla porta. Non avrà mai le doti aliene di Ronaldo, ma quest’ultima prova con gol conferma come lo sloveno sia uno dei gioielli più puri del campionato.
ULTIMO SCHIAFFO Nel secondo tempo, dopo l’intervallo con doveroso omaggio alle J Women, campionesse di Italia come i maschi, Max tenta una delle ultime allegrate: fuori Alex Sandro e dentro Bernardeschi per spingere a tavoletta. Addirittura, Allegri finirà la sua ultima all’Allianz con cinque punte più Cancelo: quasi uno schiaffo a chi non si è morso la lingua prima di accusarlo di difensivismo. La produzione di cross cresce sensibilmente, al punto che Gasp deve inserire Mancini per difendere meglio la trincea. Ma è un’altra sostituzione a rubare la scena ai giocatori in campo: quando Barzagli lascia il posto a Mandzukic, la partita diventa una fastidiosa distrazione perché tutto attorno lo stadio è in tripudio per il giro di campo del vecchio (commosso) leone. Allora serve un imprevisto per rompere l’ipnosi ed è la papera di Gollini: l’innocua spaccata di Mandzukic, passata beffardamente sotto alle gambe del portiere, complica i piani dell’Atalanta (e dà speranza al Milan per il quarto posto), ma fa giustizia per l’andazzo della partita. E per la grande storia di Allegri: un allenatore tanto vincente non poteva salutare da perdente. FONTE:GAZZETTA.IT