Golden State si ritrova sotto di 13 punti all’intervallo, poi i suoi tenori salgono in cattedra e mettono in discesa gara-3. Lillard in campo nonostante un infortunio alle costole
Semplicemente troppo forti. I Warriors strappano il successo 110-99 in gara-3 e portano la serie sul 3-0. Draymond Green e Stephen Curry sono i due maghi del match, capaci di salire in cattedra nel 2° tempo per far sparire il -13 con cui i bicampioni in carica si sono presentati all’intervallo. Colpo durissimo per i Blazers che per la seconda partita consecutiva si sciolgono come neve al sole, a partire dalle stelle Damian Lillard e CJ McCollum. Portland ora si ritrova sul lato sbagliato della storia: nessuna squadra nei playoff ha recuperato da uno svantaggio di 0-3.
GIGANTI Ancora privi di Kevin Durant, ma sempre più inarrestabili. Perché i Warriors, pur con KD alle prese con lo stiramento al polpaccio destro, hanno trovato il loro “nuovo” MVP: Draymond Green. È lui il dominatore di gara-3 che mette l’ipoteca sulle Finals: 20 punti, 13 rimbalzi e 12 assist, tripla doppia impreziosita dai 4 palloni recuperati e dal +16 di plus/minus. Draymond è il motore inesauribile che tiene in carreggiata Golden State nel 1° tempo (quando finisce sul -18) e che spinge nella ripresa, propiziando il break di 18-3 che ha mischiato le carte in tavola nel 3° quarto. Al resto ci hanno pensato i colpi di Stephen Curry, che firma 36 punti per la terza uscita consecutiva con almeno 35 a tabellino (36.3 di media nella serie), e la prova di Klay Thompson, che non salta all’occhio guardando i numeri (“solo” 19 punti con l’8/20 al tiro) ma impressiona in chiave difensiva, con Damian Lillard tenuto ai margini del gioco. La ciliegina sulla torta la mettono i 33 punti dalla panchina.
FLOP Davanti a una Portland vestita a festa per la prima gara casalinga di finali di conference in 19 anni, i Blazers hanno fallito, a partire dalle loro stelle. Damian Lillard (che ha giocato nonostante un infortunio alle costole sofferto in gara-2 e che lo costringe ad indossare una protezione) e CJ McCollum sono spariti nell’ombra dei giganti Green e Curry. I 23 punti di McCollum (col 7/20 dal campo) e i 19 di Dame (col 5/18 e il -23 di plus/minus) sono troppo poco, per chi avrebbe dovuto rifinire l’ottimo lavoro fatto dal supporting cast nel corso dei primi 24 minuti. I padroni di casa, infatti, hanno dato segnali incoraggianti nella prima fase di gara, guidati da Meyers Leonard (16, career high ai playoff) e dal contributo della panchina, che ha regalato il massimo 60-42 e retto fino al 66-53 dell’intervallo. Poi il buio, come già successo in gara-2: i soli 33 punti totali nei 24’ finali contro i 57 dei Warriors, quelli che hanno aperto il divario e, molto probabilmente, chiuso la serie.
LA PARTITA Portland parte fortissimo: le triple di Lillard e Leonard regalano il 15-5 dopo poco più di 5’ dalla palla a due. Golden State, però, risponde coi canestri di Curry e Thompson, per il -2 (29-27) alla prima sirena del match. Nella seconda frazione i padroni di casa fanno le prove generali di fuga: il parziale di 12-2 vale il 47-34 al giro di boa, mentre il mini break di 8-0 regala il massimo 60-42. I Warriors si aggrappano a Green, che inventa le giocate che mandano negli spogliatoi sul 66-53. Nella ripresa cambia tutto. Le motivazioni dei Blazers non bastano a fermare l’avanzata di Green e Curry: il parziale di 18-3 vale il vantaggio Warriors nel 3° periodo (82-79), mentre i colpi di Steph dall’arco scrivono 100-89 sul tabellone a 4’20” dalla fine. Il momento in cui i Blazers hanno alzato bandiera bianca.
Portland: McCollum 23 (5/10, 2/10 da 3, 7/12 tl), Lillard 19, Leonard 16. Rimbalzi: Aminu 7. Assist: Lillard 6
Golden State: Curry 36 (5/10, 6/16 da 3, 8/9 tl), Green 20, Thompson 19. Rimbalzi: Green 13. Assist: Green 12 FONTE:GAZZETTA.IT