Partenza sparata della Reyer, la squadra di Sacchetti resta a inseguire: 79-69 il finale, 22 punti di Bramos. La serie finale inizia lunedì
Venezia conquista la sua seconda finale degli ultimi tre anni domando Cremona a casa sua 69-79 in una gara 5 senza storia, se si escludono gli ultimi 5’ in cui i lombardi mettono paura agli avversari, sbagliando per due volte la bomba del -6 ed è in finale contro Sassari (da lunedì al meglio di 7). Cremona che chiude una stagione comunque memorabile, dopo aver vinto la sua prima coppa Italia, conquistato uno storico secondo posto nella stagione regolare e costretto a gara 5 la squadra considerata a inizio stagione la candidata numero 2 allo scudetto, dopo Milano. Non ci sarà però l’Olimpia ad aspettare gli orogranata in finale, ma l’invincibile Sassari di Pozzecco che non perde da 22 partite: una grande difesa contro un grande attacco. Saranno scintille. Parte forte Venezia con Bramos, che segna tre triple e 11 dei primi 13 punti di Venezia, subito avanti di 7. Il greco finirà con 22. Dall’altra parte Mathiang non ha la solita energia e sbaglia due appoggi da sotto. Cremona allora si affida a Saunders, 8 punti dei suoi 21 solo nel primo quarto. Meno di 5’ ed ecco Daye dentro per Mazzola. La ragnatela di Venezia imbriglia ancora una volta Crawford, l’unico ispirato resta Saunders. Sacchetti prova il quintetto alto con Ricci al posto di Aldridge, che spara a salve un po ‘come in tutta la serie. De Raffaele risponde con i muscoli di Vidmar per Watt. Dopo Bramos, tocca a Daye fare pentole e coperchi: segna 8 punti, compreso il 12-25 a 2’ dalla fine del primo quarto. Cremona sembra molle e senza idee. Saunders non basta e Sacchetti è costretto a due time out ravvicinati. Diener non tira e Ruzzier come entra perde due palloni di fila. Sfilata delle panchine nel finale di quarto. La musica sembra non cambiare nel secondo quarto. Pronti via e Tonut intercetta un passaggio di Stojanovic. Il figlio di Alberto vola canestro per il +15. La difesa di Venezia è molto fisica, forse al limite del fallo ma gli orogranata si dimostrano anche ispirati e cinici in attacco: Ruzzier e Mathiang collezionano uno 0-4 dalla lunetta, dando l’idea di come la Vanoli ci stia capendo poco. A metà del secondo quarto la partita si innervosisce, con la Reyer che ha già speso il bonus dei falli. Il mini parziale 0-6 di Cremona ricuce in parte il gap a -10. Diener ha la palla del -7 ma trova un airball che la dice tutta sulle sue condizioni fisiche. Sale in cattedra Vidmar, i suoi 7 punti di fila restituiscono 13 lunghezze di vantaggio a Venezia.
REAZIONE TARDIVA La prima tripla di Cremona arriva dopo 17’ ed è firmata dal solito Saunders, il quale però rimane l’unico ispirato per i lombardi. Secondo airball di Diener a 90 secondi dalla fine del primo tempo. Mazzola e Tonut dall’arco puniscono la difesa fiacca dei lombardi e l’Umana pareggia il massimo vantaggio raggiunto a inizio secondo quarto: +16, che Saunders riduce di due a fil di sirena. Si va a riposo sul 33-47, con i veneti che hanno già tre giocatori in doppia cifra e 29 punti dalla panchina. Cremona soltanto due. E appena 6 falli commessi. Cinque zero di parziale e la Vanoli cerca la scossa nella ripresa, riportandosi sul -9. L’energia però dura poco. L’esecuzione del pick and roll dei lombardi è lento e macchinoso, anche il contropiede più semplice non riesce. Un contro parziale 0-9 di Venezia, con 5 di fila di Daye (e difesa inesistente di Cremona, che sembra quasi sul punto di mollare già dopo 25’) regala il +18 agli ospiti. Due sussulti di Aldridge e Stojanovic tengono però in vita i padroni di casa. Gli ospiti restano in totale controllo grazie anche alla panchina, profonda e letale. Dalla lunetta Daye firma il 42-63, alla lunga, ma con forza, emerge l’abitudine della Rayer a giocare partite incandescenti e decisive, proprio come queste, al contrario della Vanoli, che è un po’ la cenerentola di questi playoff. Fa un gran caldo al Palaradi. E i guai al cronometro che costringono a due sospensioni forzate nel terzo quarto non sono propriamente un toccasana per gli atleti. Ricci ci prova dall’arco, ma senza fortuna. Crawford viene stoppato da Cerella e il pubblico di Venezia canta: “Mvp! Mvp!”. Il terzo quarto si chiude 48-67, con Venezia che tira dall’arco con il 41%. Ci riprova ancora, la Vanoli, Uno sforzo disperato che produce un 6-0 di parziale nei primi 60 secondi dell’ultimo quarto, per il -13, trascinata da Saunders, primo giocatore della partita a superare quota 20. Si innervosisce Watt dopo aver subito un fallo da Stojanovic e la terna decide per il doppio tecnico. La Reyer prende le misure e si riporta sul +17. Seguono minuti di forte nervosismo in campo. A 5’ dalla fine Venezia perde concentrazione, smette di segnare su azione e si vede rimontare altri 9 punti, per il -9 a 3’20 dalla fine. Per due volte Cremona ha il tiro del -6 ma sia Diener che Ricci dall’arco stasera no ci sono (insieme 0-9 da tre). Haynes si iscrive alla partita a poco più di 100 secondi dalla fine, con 1-2 dalla lunetta. Sul -7 a 60’’ dalla sirena, Bramos scrive la parola fine, con la tripla del +10. Gli ultimi 30’’ sono una lunga standing ovation dei 3.500 del Palaradi per i padroni di casa.
Cremona: 21 Saunders, 13 Crawford, 10 Diener.
Venezia: 22 Bramos, 20 Daye, 11 Vidmar. FONTE:GAZZETTA.IT