Il club bianconero incasserà una cifra che, con i bonus, potrà arrivare a 40 milioni, ma non avrà il diritto di recompra: potrà al massimo pareggiare altre future offerte
L’operazione più rischiosa dell’anno. Potenzialmente, una scelta che tra uno, due, cinque anni può portare grandi rimpianti. La Juventus ha ceduto Moise Kean all’Everton: non c’è annuncio ma ormai nessuno nega che l’affare sia sostanzialmente definito. Il club inglese pagherà una somma non lontana dai 27 milioni, che possono diventare 40 con i bonus. Le visite mediche in Inghilterra potrebbero essere in programma già domani. La Juventus, come anticipato da Sky Sport, a meno di sorprese non avrà la possibilità di ricomprare Kean nei prossimi anni a un prezzo prefissato. Al massimo, potrà pareggiare altre offerte sfruttando quindi un canale preferenziale per riavere il 2000 più forte d’Italia. Nulla, in ogni caso, che garantisca un controllo sul giocatore.
LA SCELTA La Juventus per un anno ha avuto davanti due strade: rinnovare il contratto di Kean a cifre da grande giocatore oppure cederlo in queste settimane. L’accordo firmato con Moise (e Mino Raiola), in scadenza nel 2020 e mai rinnovato, non permetteva ulteriori rinvii. Il club, attraverso Fabio Paratici, ha professato a lungo ottimismo (“Siamo tranquilli, Kean può essere un giocatore importante per la Juventus per tanti anni”) ma con il tempo si è fatta largo la seconda ipotesi: la cessione. Al punto che da giorni – addirittura da una settimana, si dice ora – l’Everton era emersa come soluzione pressoché certa.
IL PREZZO Il finale di questa storia si scriverà a breve – non oggi – con il comunicato ufficiale dei due club. Però si può già dire che quei 40 milioni sono una variabile difficile da interpretare. Un prezzo alto, se si considera che Kean tra un anno sarebbe stato disponibile a zero. Basso o molto basso, se si pensa alle recenti valutazioni di alcuni giovani (i 126 milioni di Joao Felix…) e a quanto può dare Moise nei prossimi 10 anni.
I MOTIVI Kean al momento è il più contento: va in Premier, in una squadra che gli darà molti minuti e molta visibilità. Qui c’è una prima ragione della scelta inglese. A Liverpool la concorrenza nel ruolo sarà (molto) relativa e la coppia Kean-Raiola negli ultimi mesi ha chiesto proprio questo: una squadra in cui giocare molto, anche per preparare l’Europeo del 2020. Garanzie che la Juve, con un’altra stagione alla caccia di campionato e Champions, non poteva dare. Le altre ragioni del finale sono altrettanto importanti. La prima è tecnica: la Juve, pur considerando Kean fortissimo, non lo ha valutato come imprescindibile per il futuro. I pubblici dubbi su alcuni suoi atteggiamenti, emersi negli anni passati, sono tornati d’attualità con il ritardo alla riunione tecnica (e conseguente espulsione) prima di Italia-Polonia all’Europeo Under 21. L’altra, assolutamente centrale, è il bilancio. La Juventus in queste settimane deve cedere almeno due dei suoi attaccanti centrali: Dybala, Higuain e Mandzukic, oltre a Kean. Salutato Kean, con Dybala seriamente indiziato di trasferimento a Manchester, altre novità sono in agguato per il Pipita e per Mario. Al punto che la rivoluzione, molto probabilmente, coinvolgerà almeno tre di loro.
LA DOMANDA Kean però, come e forse più di Dybala, resta la rinuncia più dolorosa. C’è stato un momento, non lontano, in cui la Juventus si sentiva forte immaginando un futuro costruito su Paulo, un 1993, e su Moise, un 2000. La grande rincorsa alla Champions però ha cambiato tutto, con le sue spietate valutazioni sui giocatori – non basta che siano forti, devono essere decisivi al massimo livello – e le conseguenti esigenze di bilancio. Quindi, la Juventus ha fatto bene a vendere Kean ora? Oppure è stata una follia di fine luglio? Solo il tempo dirà. Per oggi, un dubbio resta forte: sacrificare il futuro per il presente, nel calcio, è la scelta più pericolosa. FONTE:GAZZETTA.IT