Lo spagnolo della Honda vince il sesto GP stagionale e agguanta “Mike the Bike” a 76 trionfi. Ducati sul podio con il forlivese e Miller. 4° Rins, Vale attardato
Prima Doohan, poi Hailwood. L’extraterrestre Marquez di diverte a mettere in fila i mostri sacri della MotoGP, categoria cui appartiene di diritto. All’indomani della pole monstre – 2”5 di distacco al secondo con gomme slick sull’asfalto bagnato – con cui ha eguagliato l’australiano a quota 58 nella top class, in gara Marc agguanta ‘Mike The Bike’ a 76 successi complessivi. Vittorie inanellate come in un pallottoliere: questa è la sesta stagionale su dieci GP. Ulteriore consacrazione sulla strada dell’ottavo mondiale e mazzata terribile alle già flebili speranze altrui di intaccarne il dominio. Ora il suo vantaggio sul secondo, Dovizioso, è di 63 punti. Tanti, se non troppi…
PERENTORIO Marquez si impone davanti a Dovizioso e Miller, in una gara sempre gestita in tranquillità e che non è stata sovvertita, nel suo spartito, dal temuto consumo delle gomme nel finale. La Ducati, reduce qui dalla doppietta dell’anno scorso deve inchinarsi alla superiorità dell’astronave MM93: Dovi ha provato la scelta di una mescola diversa al posteriore, ma nei fatti non è mai stato in condizione di impensierire il leader del mondiale, mentre Miller ha completato il podio dopo una gara di grande solidità e l’affondo decisivo a Rins a 2 giri dal termine. Per lo spagnolo della Suzuki punti comunque preziosi dopo le due battute a vuoto di Assen e Sachsernring.
YAMAHA IN OMBRA La Yamaha è tutta nel 6° posto di Rossi, il migliore con la M1, ma arrivato alla spalle della Honda Lcr di Crutchlow e con oltre 9″ di distacco. Le attese della Casa di Iwata erano ben altre, anche se erano riposte maggiormente in Viñales. Lo spagnolo, cui forse lo scroscio di pioggia pre-gara ha corroso alcune certezze, dopo un warm up incoraggiante chiude solo 10°, mentre Quartararo è 7°. Mai come stavolta i test del lunedì saranno abbastanza rilevanti per capire i destini della Casa dei tre diapason.
VIA RITARDATO La pioggia che cade un po’ prima del via scompagina il protocollo perché c’è la prima parte di pista bagnata e il resto prevalentemente asciutto: start ritardato di 35′ (alle 14.35) per ragioni di sicurezza e distanza di gara accorciata di 1 giro (20 su 21). Scelte di gomme articolate: doppia media per Dovi e Petrucci; hard-soft per Marquez e Miller; media-soft per Rins, Rossi e Viñales. Si parte con la parte esterna del rettilineo più asciutta di quella interna, situazione che Marquez sfrutta per andare in testa su Dovi e Miller, mentre al 1. giro si autoeliminano Mir e Morbidelli. Rins risale, Rossi ci mette un po’ a liberarsi della Ktm di Pol Espargaro e davanti si forma un quartetto Marquez-Dovi-Rins- Miller che si gioca il successo, mentre Vale fatica a oltre 5″ ed è passato da Crutchlow.
PASSERELLA SPAGNOLA Marquez fa il passo, mette anche un ginocchio per terra in una sbandata da brividi, con gli altri a distanza di sicurezza e Dovizioso che cede alla distanza, senza che la differente scelta di mescola possa aiutarlo a cambiare l’inerzia della gara. L’unico brivido nel finale lo regala Miller, con il sorpasso con cui acciuffa il podio, il secondo stagionale, ai danni di Rins. Il resto è solo una passerella del marziano: una marcia regale verso l’ottavo alloro. FONTE:GAZZETTA.IT