Grazie a una sosta in più l’inglese della Mercedes ha raggiunto l’olandese della Red Bull nel finale e lo ha passato. Ferrari mai della partita: Vettel terzo e Leclerc quarto
Ha vinto Lewis Hamilton. Vittoria numero 81, l’ottava dell’anno, la settima a Budapest. Un successo che ribadisce una dittatura. Un capolavoro di squadra e strategia firmato Lewis e Mercedes, ai danni di Max Verstappen, che si è trovato con gomme più usurate e dopo una lunga fuga non ha potuto far altro che accontentarsi del secondo posto. Terzo Sebastian Vettel, quarto Charles Leclerc. Le Ferrari, come temuto e previsto, hanno arrancato, perdendo circa un secondo a giro.
LO START Al via Verstappen stavolta non si pianta, come era invece successo sia a Hockenheim che a Zeltweg (in entrambi i casi aveva comunque vinto), anzi vola via. Dietro è bagarre tra le due Mercedes, con Hamilton eccezionale a tenere giù il piede all’esterno della curva due per andare a vincere il duello con Bottas e piazzarsi al secondo posto. Solo che i due si toccano anche, la W10 del finlandese riporta danni all’ala in un contatto successivo con la Ferrari di Leclerc e per Valtteri è una gara ad handicap, passato dalle Ferrari e poi costretto alla sosta per cambiare l’ala. “Sarà una fortuna riuscire ad arrivare 6°”, dice in radio. Arriverà 8°.
NIENTE PASSO Il problema, per entrambe le Ferrari, è che proprio non hanno avuto il passo. Come si sapeva, le caratteristiche della SF90 e dell’Hungaroring proprio non vanno d’accordo. Verstappen si ferma a indossare le gomme bianche al 25° giro. Hamilton lo fa 6 giri dopo. In mezzo a loro stessa mossa per Leclerc. Mentre Vettel fa durare le gomme gialle della partenza fino al giro 40, per poi provare le rosse. Senza troppa fortuna: davanti ha ancora 30 giri… Intanto Hamilton i primi giri con le Pirelli bianche li fa a cannone, arriva in un paio di tornate, a portare via 2” all’olandese. Finalmente lo attacca, al 39° giro. È un gran duello, Verstappen resiste. E si va avanti.
LA MOSSA Hamilton e la Mercedes, allora, si inventano la mossa, a metà tra genio e disperazione: seconda sosta al 48° giro per mettere le gomme gialle e tentare l’inseguimento. Alla fine si rivela un capolavoro di strategia (e infatti il suo ideatore, James Volwes, andrà sul podio con Lewis). Di sorpassi non se ne vedono, tutta l’attenzione è sul distacco tra i due protagonisti. Lewis ha gomme più morbide e giovani. Quindi gli prende decimi, a volte anche un secondo. E si avvicina. Attorno al giro 65 si capisce che le gomme bianche di Verstappen, montate 40 tornate prima, non ne hanno più. Hamilton si avventa, e dopo aver passato il traguardo per la 67° volta, in fondo al rettilineo piazza il colpo che vale il gran premio. Come a dire al ragazzo olandese: hai vinto due delle ultime tre, ti sei preso la pole, ma il re qui sono sempre io.
VETTEL ATTACCA Non è finita. Perché anche Vettel, con le gomme rosse contro le bianche, ha fatto con Leclerc quello che Hamilton ha combinato a Verstappen. Cioè lo ha via via recuperato. E a due giri dal termine lo ha superato, vincendo il derby per il podio. Nel frattempo Max, con tutto il margine, tanto le Ferrari erano lontanissime, ha messo le rosse e si è preso il giro veloce. Ottimo quinto Carlos Sainz, sempre più best of the rest. Sesto Perre Gasly, anonimo. Settimo il solito Kimi Raikkonen. Nono Lando Norris. Un punto per Alex Albon. Lontano Antonio Giovinazzi che non ha potuto far nulla, dopo la penalità che lo ha fatto partire in fondo. FONTE:GAZZETTA.IT