Dopo il -20 con la Grecia, gli azzurri vengono travolti dalla squadra di Djordjevic che troveremo nella prima fase del Mondiale. L’Italia regge un quarto, poi Jokic e Bogdanovic scavano il divario. Assenti Gallinari, Datome e Hackett per un problema intestinale. Aradori invece è stato tagliato
Strappare il primo posto alla Serbia, tra due settimane in Cina, pare un’utopia. Troppa differenza con questa Italia (96-64 per il serbi), priva di Gallinari, Datome e Hackett, fermato da un problema intestinale. E senza Pietro Aradori, che è stato tagliato in mattinata, ultima sorprendente decisione di Meo Sacchetti. Altri due saluteranno il gruppo dopo l’ultimo torneo in Cina. Quello dell’Acropoli ribadisce invece che Grecia e Serbia sono di un altro pianeta. C’è da fare i conti con una fisicità che noi neanche possiamo immaginare, ma l’Italia parte col piglio giusto, anticipando per quanto possibile i colossi serbi e ripartendo in transizione alla ricerca di un tiro pulito. Jokic e lento e impacciato e in coppia con Marjanovic non funziona, l’Italia invece ritrova la verve di Belinelli dopo un pessimo avvio e le triple che servono a chiudere un primo quarto col naso davanti (15-14). Bene pure Biligha, Sacchetti e Tessitori, poi però la musica cambia. Djordjevic torna a quintetti più ortodossi e il fenomeno di Denver si sveglia. Morale: la Serbia mette le mani sul match con un break di 13-5, mentre l’Italia fatica a trovare soluzioni offensive pulite. Sono rimbalzi e liberi il veleno che i nostri avversari iniettano nella difesa azzurra che comunque non scende mai sotto la decenza. Il problema è che là davanti l’unica certezza si chiama Marco Belinelli (perennemente raddoppiato), il resto arriva da iniziative estemporanee. Come il coast to coast di Abass, ma la Serbia veleggia tranquilla sulla doppia cifra e va all’intervallo sul +13 con la tripla di Bogdanovic fin lì impreciso come non mai (0/6 dall’arco).
LA RIPRESA Il 31-17 del secondo periodo rende meglio l’idea del divario, sebbene gli azzurri non pecchino per abnegazione. Molto più combattivi e attenti rispetto alla gara con la Grecia ma il divario qui è veramente abissale. Djordjevic ha 12 giocatori che da noi giocherebbero dai 30 minuti in su. Più alcuni fuoriclasse figli di una tradizione che non conosce mai la parola crisi. Uno di questi è Bogdanovic: la guardia firma con due triple dal parcheggio il +17 (56-39), mentre Meo dà minuti a Della Valle tenendo Beli in panchina. Marjanovic firma il +20 (59-39). Reazione Italia sull’asse Abass-Gentile, subito tacitata da Jokic. Sull’ultima discesa la Serbia mette in ritmo anche il tiro da tre: Bjelica infila il +27 (78-51). Non c’è storia. Oggi. Domani chissà.
Italia: Belinelli 16, Gentile 11, Abass e Della Valle 9.
Serbia: Jokic 20, Bogdanovic 15, Marjanovic, Guduric e Bjelica 13 FONTE:GAZZETTA.IT