Debutto da sogno per il nuovo tecnico: tre reti meravigliose e anche l’esordio con gol del belga. Lecce annichilito, nel finale espulso Farias
E’ qui la festa? Il Jova Beach party non è passato da San Siro, e allora l’Inter decide lo stesso di organizzare una serata evento per presentare ai suoi tifosi e al campionato la nuova creatura di Antonio Conte, così intensa nel ritmo e desiderosa di successo che sembra già lontana parente di quella che ha faticato da matti per troppe stagioni dopo il Triplete del 2010. Ed eccola l’Inter, vestita da sera malgrado l’animo operaio e la ferocia di chi sa che solo così può sognare in grande: 4-0 al Lecce con tre reti splendide di Brozovic, Sensi e Candreva e il graffio di Romelu Lukaku proprio sotto la Nord, con la 9 sulle spalle e inchino celebrativo. E’ il certificato della rottura totale con il passato.
LE NOVITA’ C’è un’attesa quasi spasmodica sugli spalti, con oltre 64 mila tifosi desiderosi di abbracciare la prima Inter di Conte, che perde De Vrij nel riscaldamento e si presenta al fischio di inizio con Ranocchia al centro della difesa. Un fedelissimo di Conte dai tempi di Bari, che lo scorso anno fece il debutto in campionato a gennaio, da centravanti. E sì, quante cose sono cambiate in questa nuova Inter che Conte non vuole più pazza. Un’indicazione presa talmente alla lettere che prima del fischio di inizio non si sente nemmeno più “Amala”, l’inno che da queste parti ha fatto storia. Però quel “pazza Inter” del ritornello mal si sposa con l’era contiana, e infatti è già sparito.
DOPPIO COLPO LETALE E anche in campo è un’altra Inter, subito arrembante, determinata, agguerrita. Candreva sembra trasformato, in copertura come in fase spinta: prima sradica due palloni agli avversari con tackle durissimi, poi pennella per Lautaro (17’) un cross perfetto che il Toro – da due passi e tutto solo – schiaccia troppo, tanto che dopo il rimbalzo a terra la palla va sopra la traversa. Prima (14’), era stato il Lecce ad andare vicinissimo al vantaggio con Lapadula dopo straordinaria ripartenza di Falco, ma sul pallonetto a porta vuota dell’ex Milan era stato Skriniar a salvare. La partita si sblocca al 21’ con un’azione tipica del calcio di Conte, con gli esterni protagonisti e il centrocampista a rimorchio a segno: Candreva pennella per Asamoah, sponda di prima per Brozovic che stoppa, prende la mira e a giro trova l’incrocio lontano. L’esultanza coinvolge tutti, con abbraccio collettivo in panchina. Passano 3’ e Sensi fa impazzire definitivamente San Siro: slalom a limite e destro a filo d’erba in diagonale che brucia Gabriel per il raddoppio.
APOTEOSI ROMELU Lukaku si vede poco, mentre Handanovic viene impensierito da un paio di conclusioni dalla distanza. Ma all’intervallo è 2-0. L’avvio della ripresa però è di marca pugliese, con il Lecce intraprendente e più presente nell’area nerazzurra: D’Ambrosio salva su Falco, poi Calderoni da buona posizione manda a lato. L’Inter si riaccende con la fiammata che tutti aspettavano: volata di Lukaku a destra e assist per Lautaro un pelo impreciso. Ma applausi. Che si trasformano in tripudio quando Romelu (15’) si lancia sulla corta respinta di Gabriel e realizza di rapina il suo primo centro nerazzurro. Il resto è accademia: Brozo sfiora il bis, Lautaro spara ancora alto di testa e sfiora l’eurogol da fuori e Conte fa il suo primo cambio, lanciando l’esordio di Barella, mister 45 milioni.
POKER E FESTA Proprio per un brutto fallo su Barella, Farias si fa cacciare al 33’. Poi il neoentrato Politano trova il gol che viene giustamente annullato per posizione irregolare di Lukaku. Tutti vogliono partecipare alla festa, la squadra continua a spingere e alla fine arrivano i fuochi d’artificio con un missile all’incrocio di Candreva. Il poker è servito, con un messaggio chiaro alle rivali. Meglio fare attenzione a questa Inter: quella pazza sembra già un lontano ricordo. FONTE:GAZZETTA.IT