Finisce 3-1 per i viola, che dominano: a segno Pulgar su rigore, Castrovilli e il francese, migliore in campo. Espulso Musacchio con la Var, nel finale inutile gol di Leao
Disastro Milan: Giampaolo e la squadra sprofondano, sommersi dai gol viola e da una prestazione che fin da subito era sembrata molto poco convincente. San Siro si riempie di fischi: assordanti al 45’, continui in tutto il secondo tempo, alternati a pesanti cori di contestazione. Poi, ancora prima della fine della partita, si svuota. Sotto attacco società e squadra, ovviamente l’allenatore. Il club che solo giovedì sera lo aveva difeso, stasera dovrà riflettere sul da farsi. Anche l’altro allenatore, Montella, aveva fame di vittorie: il successo con la Samp era arrivato dopo settimane di digiuno. E per i viola più che una vittoria è un trionfo.
LA PARTITA Entrambe le squadre sono quelle annunciate, il Milan con Leao e Piatek, la viola con Chiesa e Ribery. Ripartire dal primo tempo di Torino non è esattamente quello che il Milan fa nei primi 45’. Se per Giampaolo il successo è una questione di mentalità, è lì che il Milan sbaglia. Dimesso, lento, svogliato. La Fiorentina si prende facilmente il comando del gioco, con la manovra palleggiata di Montella e le incursioni in velocità della coppia d’attacco che scambia in continuazione. E che passa al 12’: azione personale di Ribery che scappa in slalom e sbatte su Donnarumma, Chiesa la riprende ed è steso da Bennacer. Il rigorista viola, Pulgar, non sbaglia. Il Milan sembra avere un’unica arma d’attacco con Piatek annullato da Pezzella: l’arma è il mancino di Suso, che lo spagnolo tenta dalla distanza a impegnare Dragowski. Ma subito dopo lo stesso canovaccio: Fiorentina in possesso, un paio di conclusioni da fuori area di Chiesa, e Milan semplice spettatore. San Siro al 45’ è un unico fischio assordante, con invito a tirare fuori gli attributi.
BUIO FITTO Ma dallo spogliatoio rientra un Milan altrettanto molle. Dopo dieci minuti anche in inferiorità numerica: espulso Musacchio per aver alzato il piede sulla gamba di Ribery. Dal giallo con la Var si passa al rosso. Giampaolo costretto a cambiare: fuori Piatek (solito fantasma), dentro Duarte, un centrale al debutto in rossonero. Ma così è ancora di più Fiorentina: Calhangolu si fa rubare palla da Milenkovic bravo anche a innescare Chiesa, Federico si invola sulla sua fascia e per Castrovilli è primo gol in A. San Siro si scalda ancora di più: “vergogna” è il coro meno duro che la Sud intona alla squadra. La Fiorentina ha l’occasione per demolire gli avversari: rigore di Chiesa, stavolta Gigio para. Altro rigore procurato da un fallo di Bennacer, questo sullo scatenato Castrovilli. Ora però il Milan affonda, è incapace di reagire alla parata di Gigio. La curva chiama a raccolta tutti gli altri settori: “Questa società non ci merita”, di nuovo uno dei pochi cori riferibili. La squadra è sola, depressa e inguardabile sul piano del gioco. Un disastro che il pubblico sottolinea alzando sempre di più il volume della protesta. “Andate a lavorare” è l’ultimo invito. E Ribery, in solita collaborazione con Chiesa, segna il tris. Il Milan non c’è minimamente, sparito, inesistente: lo stadio applaude i viola e umilia i suoi. Un unico sorriso all’80: il bel gol di Leao in azione personale, l’unica nota che strappa un applauso del pubblico. Che poi si alza in piedi per un avversario: Ribery, sostituito da Ghezzal. Poi i tifosi non hanno nemmeno più la forza di inveire, la Sud è già deserta. Quarta sconfitta in 6 partite: ora tutto può succedere.