Nel primo tempo, Immobile riacciuffa prima Krejci e poi Palacio. Nella ripresa, espulsi Leiva e Medel prima del rigore fallito da Correa nel finale
Non poteva che finire così. Con un pareggio che non mortifica né Bologna né Lazio e soprattutto l’uomo che è il simbolo tanto dell’una quanto dell’altra squadra. Quel Sinisa Mihajlovic che, con i giocatori già schierati in campo, sbuca dal tunnel degli spogliatoi e tra il boato del pubblico (tanto di fede bolognese quanto laziale) si accomoda in panchina battendosi il petto. Scena ricca di significati che dà il via ad una partita che si gioca senza soste con continui ribaltamenti di fronte, tantissime emozioni e anche qualche errore, il tutto equamente distribuito (dai gol alle occasioni, dalle espulsioni ai rimpianti). Motivo per cui il pareggio alla fine è il risultato più giusto. Ma vallo a dire alla Lazio che, a due minuti dalla fine, ha la possibilità di assestare il colpo del k.o. con un calcio di rigore che Correa tira sulla traversa.
EMOZIONI E GOL La grande emozione suscitata dalla presenza di Mihajlovic mette benzina nelle gambe del Bologna e rende la partita subito scoppiettante. Niente preamboli, niente tatticismi, le due squadre si affrontano a viso aperto, cercando di essere sempre propositive e mai conservative. Certo, la fase difensiva lascia a desiderare da ambo le parti, gli uomini di centrocampo fanno fatica a imporre la propria legge, ma le emozioni non mancano e il pubblico gradisce molto. Il Bologna passa in vantaggio per due volte, ma in entrambe le occasioni viene raggiunta dalla Lazio, anzi da Immobile, tornato in versione cecchino implacabile. La sblocca Krejci, che alla Lazio segnò anche in Europa League quando giocava con lo Sparta Praga, con un colpo di testa favorito dalla serpentina e dal cross al bacio di Orsolini. Ma l’1-0 dura solo un paio di minuti, perché Immobile – pescato tutto solo da Lulic in area – anticipa il tiro e beffa sia Danilo (che lo marca a distanza) sia Skorupski. Il botta e risposta rende le due squadre più giudiziose? Neanche per sogno. Il Bologna riparte, la Lazio è più sorniona ma prova anche lei a far male. Sono comunque i padroni di casa a tornare in vantaggio, poco dopo la mezzora. Il gol è di Palacio (ottavo centro contro i biancocelesti) che raccoglie e butta dentro un pallone respinto dal palo sul tiro di Svanberg. Questa volta il vantaggio felsineo dura un po’ di più, ma neanche tanto. Otto minuti dopo, infatti, Immobile colpisce ancora, stavolta servito da Luis Alberto. Il tentativo di Danilo di stoppare il suo tiro in scivolata è inutile.
EMOZIONI SENZA GOL Non cambia il punteggio nella ripresa, ma le emozioni sono le stesse e anche più della prima frazione di gioco. Si comincia con un gol annullato al Bologna (lo segna Svanberg, sulla traiettoria c’è in fuorigioco Danilo che non tocca la palla ma partecipa all’azione) e si finisce con il rigore sciupato dalla Lazio con Correa, il cui tiro dagli undici metri (fallo di Palacio su Acerbi) scheggia la traversa e finisce fuori. In mezzo ci sono almeno altre due palle-gol per parte (una la fallisce clamorosamente Correa, evidentemente non in giornata) e due espulsioni, una per parte. Quella laziale arriva al 15’ per il secondo giallo rimediato da Leiva. La parità numerica si ristabilisce dieci minuti dopo per il rosso a Medel per fallo da ultimo uomo su Correa. Il primo rosso non frena la Lazio che si riorganizza in un 5-4-1 (dentro Bastos per Luiz Felipe e Parolo per Immobile), mentre il secondo rosso inibisce il Bologna che pensava di avere la partita in pugno. Mihajlovic mette dentro Schouten (per Svanberg), Skov Olsen (per Orsolini) e infine Satander (per Sansone), ma i cambi non sortiscono alcun effetto. Nell’ultimo quarto d’ora, così, la maggiore esperienza della Lazio sembra poter avere il sopravvento. Ma a Correa manca ancora una volta l’istinto del killer.
fonte:gazzetta.it