A segno CR7, il Danilo rossoblù e il bosniaco, autore di un’altra grande partita. Santander in pieno recupero sfiora il pari. In attesa di Sassuolo-Inter, bianconeri a +4 sui nerazzurri
Ronaldo che scavalla la vertigine dei 700. Pjanic che, oltre a dare la carte, tira fuori anche l’asso. E la Juve che si conferma bella, sarriana e, soprattutto, prima. Questo Bologna di Mihajlovic in trasferta a Torino è pur sempre una squadra di ottima fattura e spaventa pure con la perla di Danilo e con la traversa finale di Santander, ma i bianconeri hanno ormai preso l’ascensore: al netto di pericolosi cali di tensione, stanno decisamente salendo di livello. Hanno perfino superato la vecchia legge della sosta: raramente si era vista una squadra così in palla dopo la pausa delle nazionale. Martedì arriva la Lokomotiv in Champions e, forse, bisognerà capitalizzare di più e rischiare meno nel finale.
L’AVVIO All’inizio l’applauso emozionato per il grande Sinisa, che da queste parti è stato sempre “nemico” ma poteva pure diventare allenatore, ha sciolto il cuore dell’Allianz. Questo stadio, però, ha un soltanto un sovrano, fresco di vetta hymalaiana raggiunta, omaggiato dal presidente Agnelli con una maglia metà bianca e metà nera con dietro il numero 700. Può sembrare impossibile, ma sono tanti i gol segnati da Cristiano in carriera. Anzi no, non fai neanche in tempo a celebrarlo che lui sposta i mirino: il portoghese ha segnato il numero 701. Oltre a Ronaldo, da notare però la novità più interessante nell’ormai solita architettura sarriana: al posto di Matuidi, Rabiot che un po’ fa il play aggiunto e un po’ si allarga.
LA MANOVRA Per il resto è la solita manovra armoniosa vista nelle ultime settimane, col pallone che guizza via veloce sul campo bagnato. Il Bologna di Mihajlovic “buca” soprattutto a destra dove alle spalle di Mbaye ha spazio Alex Sandro: da lì arrivano le azioni pericolose del primo tempo, anche se il gol arriva curiosamente da destra. Il tiro dell’1-0 di CR7 (errore di Skorupski) è affilatissimo, ma non quanto quello del Danilo bolognese, che in libera uscita dalla difesa pesca un incredibile destro qualche minuto dopo: è l’1-1 che beffa Buffon. Sull’azione si nota che è in ritardo nell’uscire Cuadrado: spingerà pure parecchio, ma nel nuovo ruolo di terzino deve ancora imparare certi movimenti. Il pari suona come una sveglia per i bolognesi che crescono in fiducia ed escono dal nascondiglio in cui la Juve li aveva messi. Così Palacio punzecchia un imperfetto De Ligt, l’ex Orsolini inizia ad accentrarsi e cadono palloni pericolosi nell’area bianconera.
SECONDO TEMPO Nella ripresa i bianconeri si riprendono subito la scena, portando più in alto il baricentro, pressando e aumentando la velocità dei triangoli. Certo, il gol del nuovo sorpasso arriva in un’azione buffa e confusa: errore in disimpegno di Soriano che riceve una brutta imperfetta da Danilo, Orsolini e Poli inciampano sul pallone, palla a Ronaldo che in piena area tira in porta ma centra un avversario. Alla fine la sfera finisce a Pjanic che segna da due passi. Per il bosniaco il coronamento di una partita deliziosa, l’ennesima, da quando il nuovo tecnico gli ha dato le chiavi della macchina. Da quel momento piovono le occasioni per il tris, ma un po’ Skorupski e un po’ gli errori davanti negano ai bianconeri il gol della sicurezza. Per come hanno giocato, soprattutto nel secondo tempo, l’avrebbero pure meritato, mentre il Bologna a immagine e somiglianza di Sinisa ha confermato di aver tutto per stare dalle parti nobili della classifica. Anzi, può mangiarsi le mani per quell’ultima azione maledetta: quando l’arbitro fischia, trema ancora la traversa colpita di testa da Santander. E subito dopo è il numero 9 a tentare una rovesciata spettacolare: Buffon, stavolta, ci mette le mani e protegge il risultato. Pareva sicuro e, invece, poteva scivolare via.
Fonte:gazzetta.it