Decimo successo per l’iridato della Honda che si impone in solitaria sul francese della Yamaha Petronas e il forlivese della Ducati: 54° trionfo in top class, come Doohan. 6° Morbidelli, Vale a terra quando era 11°

Infilzato anche Mick Doohan. Nella sua vera gara, quella che ha per avversarie le pagine dei libri dei record del motomondiale, Marc Marquez taglia un altro traguardo. Con la vittoria di Motegi, ottenuta davanti a Quartararo e Dovizioso, Marc raggiunge l’australiano a quota 54 vittorie in top class: davanti allo spagnolo restano solo Agostini (68) e Rossi (89), che iniziano a tremare. Prestazione sicura e implacabile quella dello spagnolo, che scatta bene al via, contiene senza problemi Quartararo e raggiunge i 10 successi stagionali, portando alla Honda anche il tiolo costruttori. Non sazio dei due allori, ora Marc vorrà provare a conquistare pure quello dei team. In pratica da solo, visto l’apporto nullo del compagno Lorenzo, solo 17° al traguardo, nel giorno del suo 200° GP, e sempre più imperscrutabile.

SEMPRE QUARTARARO Il duello è stato tutto fra Marc e Quartararo, ufficialmente rookie of the year e assoluto sfidante dello spagnolo per il futuro: la loro lotta è però durata poco. Meno di un terzo di gara, il tempo necessario a Marquez per allungare e scavare il solco decisivo. Per la terza volta delle ultime quattro gare però l’uno-due Marquez-Quartararo ha ricalcato le prime due posizioni: finestra sull’immediato futuro.

DOVI  Terzo un buon Dovizioso, che è risalito con un progressione, piegando nel finale un Viñales sempre tonico, ma che ha pagato il solito avvio a scoppio ritardato. Lo spagnolo diventa terzo nel mondiale a scapito di Rins, solo 7°, con Petrucci 9° e ancora più lontano nella lotta per il podio iridato. Morbidelli è 6°, battuto da Crutchlow proprio nel finale dopo un week end comunque positivo, mentre Rossi chiude il suo incubo nella sabbia: caduta a 4 giri dal termine quando era mestamente 11° e in grande difficoltà fin dalla partenza. Gara pessima, che dovrebbe indurre a una riflessione profonda, al di là del suo irriducibile spirito di modellare lo stile alle nuove esigenze della competizione – la frenata a 2 o 3 dita non è il punto -: ora il pesarese è 7° nel mondiale, scavalcato pure da Quartararo.

LA GARA Scelta delle mescole molto variegata: doppia media per Marquez, Crutchlow, Rossi e le Suzuki; media-soft per Morbidelli, Quartararo e Vinales; doppia soft per Miller e Petrucci, e soft-media per Dovizioso. Via regolare con Marquez che allunga, Quartararo che tenta di insidiarlo e Miller e Morbidelli che fanno a spallate. Viñales scatta maluccio e perde contatto con i primi, ma Rossi fa peggio: 14° al primo passaggio. Spartito simile a Misano e Buriram, ma a posizioni invertite: Marc davanti a e Quartararo a inseguire. Lotta a due sul filo del secondo di distacco, con gli altri – Miller, Morbidelli, Dovizioso e Vinales – a contendersi il 3° gradino del podio. Mentre Marquez allunga, le Ducati fanno l’elastico al contrario: Dovi risale e a -11 dalla fine è 3°, mentre Miller arretra inesorabilmente per poi chiudere 10°. Con la solita progressione, ma solo da metà gara in poi, Viñales ricuce sul forlivese e ne insidia il podio, ma Dovi lo tiene a distanza con piglio. Un paio di giri e forse Dovizioso ce l’avrebbe fatta a chiudere 2°: per lui però è il 100° podio in carriera. Cifre di rilievo, cifre da campione: in un’annata che non ha rispettato le aspettative può forse consolarsi così.

Fonte:gazzetta.it

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