La squadra di Gasperini resiste mezzora ma dopo il rigore dell’ucraino si scatenano gli inglesi, trascinati dal Kun e dalla saetta inglese. Qualificazione quasi compromessa

Sarà anche finita come ci si aspettava, ma per mezzora l’Atalanta ha fatto sognare i suoi tifosi. Contro i marziani del City ha giocato alla pari, è persino andata in vantaggio con Malinovsky. Poi la stellare compagnia di Guardiola ha messo il turbo e tra giocate stupende loro (Sterling pazzesco) e gli errori dei singoli nostri la situazione si è ribaltata come da copione. Davide può vincere con Golia una volta ogni secolo. La Champions, nonostante i zero punti, non è ancora finita.

PARTENZA OK— Manchester City senza difensori centrali “puri”, Atalanta senza un centravanti di ruolo: Guardiola e Gasperini sono così, per loro il calcio non è codificato per sistemi di gioco, per ruoli, ma per principi. Dunque Pep ha messo Rodri non davanti, ma in mezzo alla difesa a far compagnia a Fernandinho, con Walker e Mendy larghi e la “sorpresa” Foden a centrocampo, con Gundogan e De Bruyne. Al trio Mahrez-Aguero-Sterling il Gasp non poteva che rispondere – viste le assenze di Kjaer e Palomino – con Toloi-Djimsiti-Masiello e, senza Zapata, ha scelto la soluzione Ilicic-Gomez, Malinovskyi alle loro spalle e Muriel inizialmente in panchina. L’approccio dell’Atalanta è buono: pochi timori, ordine, nessuna rinuncia. A parte un piccolo brivido per un pasticcio con i piedi di Gollini, per 20’ la squadra di Gasperini risponde al possesso del City con fiammate che portano al tiro Castagne (di testa, dopo combinazione con Malinovskyi e Gosens) e poi Ilicic, a cui si oppone Ederson. L’annuncio di quello che la squadra di Guardiola sa diventare è nel giro di due minuti scarsi: tre chance consecutive per Aguero, che non arriva di poco su un invito dalla sinistra di Sterling, impegna Gollini in una deviazione non banale e mira alto un tap-in centrale. Si teme il peggio, ma anche il City può sbagliare, e dietro gli capita non raramente: Ilicic punta Fernandinho che abbocca, Malinovkyi capitalizza il rigore dell’1-0 con freddezza. Ma gli errori difensivi sono una costante anche per l’Atalanta: due nel giro di 5’ e due gol di Aguero, che lascia sul posto Djimsiti in anticipo scomposto e sciagurato e poi fa il killer su rigore, per fallo di Masiello su Sterling.

GASP CAMBIA   Nella ripresa Gasperini prova a rivitalizzare l’Atalanta togliendo Gomez e Masiello, il primo stanco e non in palla, il secondo in difficoltà e già ammonito. Dentro Muriel e Pasalic, con l’arretramento di De Roon. Mosse giuste ma ormai il City è scatenato e arriva spesso dalle parti di Gollini. E infatti arriva il terzo gol con un’azione alla City: De Bruyne vola sulla fascia, mette a sedere De Roon è da in mezzo, Foden con una mezza finta tocca per Sterling che deve solo spingere in rete. Ormai il City dilaga e con lui Sterling che firma la doppietta. Poi l’Atalanta è anche sfortunata quando Freuler colpisce prima il palo e poi segna ma l’assist man Ilicic è in fuorigioco. Peccato, un altro gol avrebbe reso meno amara la trasferta. L’espulsione di Foden (esagerato Grinfeld) nel finale non cambia nulla ovviamente ai fini del risultato. Ma l’Atalanta chiude in attacco con orgoglio. Poveri ma coraggiosi.

Fonte:gazzetta.it

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