Il Toro segna e sbaglia un rigore, Handanovic chiude la porta, poi il contropiede all’89’ che chiude i conti. Nerazzurri ora a 4 punti in classifica nel girone come i tedeschi, dietro al Barcellona a quota 7

Sì può fare. Gli occhi sono spiritati, mancano solo i riccioli di Gene Wilder. Non è nato un mostro, ma una squadra che può giocarsi gli ottavi. L’Inter al primo “dentro o fuori” resta dentro, resta in corsa, battendo 2-0 il Borussia Dortmund, principale rivale per il secondo posto nel girone. Ancora in gol Lautaro, che poi si mangia la doppietta dal dischetto, clamoroso debutto in Champions per Esposito, gioia finale firmata Candreva. La classe operaia di Conte che va paradiso. E a esultare sotto la curva, senza maglietta. Un anno fa, da lì e non solo da lì, arrivavano fischi. Rivincita personale, vittoria di squadra.

IL TORO DI CORSA Adesso è ufficiale, il Toro è nel miglior momento della sua vita interista. Non è ancora ufficiale, ma è arrivato un secondo indizio: De Vrij è il play nascosto di questa squadra. Il quinto gol di Lautaro nelle ultime quattro partite nasce, come il primo di Lukaku a Reggio Emilia, da una verticalizzazione dell’olandese. Pesca l’argentino oltre le linee nemiche: Lautaro stoppa e in scivolata anticipa Burki in uscita. Nemmeno esulta con convinzione, perché pensa di essere in fuorigioco: in realtà Schulz, a sinistra, lo tine in gioco. Dopo la revisione Var può scattare la gioia. Il gol interrompe una ventina di minuti di possesso palla e predominio territoriale dei tedeschi che però, per dirla come Conte, “non danno schiaffi”. L’inatteso 3-4-3 con Brandt “falso nove” permette ai gialloneri di piazzarsi sula trequarti avversaria, ma senza mai davvero affondare, anche perché Conte ha studiato raddoppi per bloccare Sancho e Thorgan Hazard. La gara continua a essere tattica e bloccata anche dopo il vantaggio, Handanovic è chiamato alla prima parata nel recupero del primo tempo, sul diagonale di Sancho.

TENERE BOTTA Il Dortmund ha tanta qualità, e un po’ ci si specchia: Witsel però domina in mezzo, seppur a passo compassato, Hakimi prova a sfondare a sinistra, Sancho con la palla fra i piedi è una minaccia costante. L’Inter (con Gagliardini a completare il centrocampo) però regge il colpo, la GDS è a pieni giri, Barella cresce coi minuti, Lautaro permette di alleggerire con sortite offensive, le uscite dal basso sono per lo più efficaci. Il primo errore arriva al 29’ della riresa, quando Brozovic perde palla davanti all’area e serve un salvataggio di Candreva per evitare il pari di Sancho.

LA FUGA Handanovic è arrivato a due parate (la seconda su Brandt), ma le occasioni migliori sono per l’Inter. Quelle enorme è sui piedi di Lautaro, al minuto 82, dal dischetto. Già, perché dal 61’ è entrato, a 17 anni, accolto dal boato di San Siro, Sebastiano Esposito. E il ragazzino si fa notare subito, prima con un stop al volo, poi con una fuga verso la porta che porta Hummels al fallo da rigore. Il Toro sbaglia (parato), il risultato resta in bilico per altri 7’, quando un altro contropiede punisce i gialloneri. Brozovic lancia Candreva, che corre verso la gloria e punisce: 2-0, classifica raddrizzata. Nelle prossime tre l’Inter si gioca gli ottavi. Ma si può fare.

Fonte:gazzetta.it

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