AD, con una spalla dolorante, firma una prestazione di altissimo livello. James ci aggiunge 23 punti e 8 assist e i giovani Grizzlies cedono di schianto
“Mvp! Mvp!”. Il coro dello Staples Center cresce di volume ogni volta che Anthony Davis si presenta in lunetta. Ha una spalla destra dolorante, che avvolge meticolosamente in un tutore con del ghiaccio ogni volta che Frank Vogel gli concede di riposarsi in panchina. Si è persino perso metà del secondo quarto per andare a farsela fasciare di nuovo in spogliatoio, perché il dolore era diventato insopportabile. Eppure ogni volta che è in campo attacca incessante il canestro, con la difesa di Memphis che può fermarlo solo se gli mette le mani addosso. AD ha un appuntamento con la storia con i Lakers: vuole vincere.
STELLARE
Lo dimostra con una partita stellare, 40 punti e 20 rimbalzi in appena 31 minuti costruiti su caparbietà e tiri liberi (26/27!), con cui trascina i gialloviola al 120-91 sui Grizzlies che vale il terzo successo di fila: gli applausi dello Staples Center se li è proprio meritati. L’ultimo Lakers con almeno 40 punti e 20 rimbalzi era stato Shaquille O’Neal: allora, il 21 marzo 2003, LeBron James non era ancora entrato in Nba. Il 23 è l’altra faccia del trionfo della squadra di Frank Vogel: come già contro Charlotte, si siede sul sedile del passeggero e lascia che sia AD (l’ultimo a mettere 26 liberi era stato Michael Jordan nel 1987) a pilotare la Ferrari gialloviola, dettando velocità di crociera e strada da seguire, pronto in caso di bisogno a fare la differenza. Contro la Memphis dei giovani non ce n’è stato bisogno.
LA CHIAVE
I Lakers (3 vinte-1 persa in stagione) hanno fatto la differenza con un parziale di 22-0 nella seconda metà del terzo quarto. Prima avevano stentato in attacco, ma dopo l’esplosione di AD, che ha messo 20 dei suoi 40 punti nel terzo periodo e poi è rimasto a guardare i compagni chiudere il match con la spalla nel ghiaccio, il successo si è trasformato in trionfo. La notizia migliore per Vogel, se si esclude quanto sia già speciale l’intesa tra i due fenomeni (Davis ha dominato, LeBron ha giocato col freno a mano tirato), è che la difesa funziona: Memphis tenuta al 32.6% dal campo, costretta a 21 palle perse trasformate in 30 punti, i pericoli pubblici numeri uno Ja Morant e Jaren Jackson annullati. I Grizzlies (1-3) però sono la Cenerentola designata del selvaggio West: i progressi gialloviola ci sono ma andranno verificati contro avversari più impegnativi, meglio se nel road trip di tre gare che comincia venerdì da Dallas e in cui dovrebbe rientrare Kyle Kuzma. A Memphis per ora basta sapere di aver giocato alla pari per due quarti e mezzo in casa di una delle migliori squadre Nba. Morant e Jackson non hanno mostrato molto (la seconda scelta al draft ha messo 8 dei suoi 16 punti nel garbage time, a gara decisa), si sono fatti notare solo Jonas Valanciunas (14 punti e 11 rimbalzi) e il vivace Grayson Allen dalla panchina.
LA PARTITA
Testa a testa per due quarti e mezzo, per demeriti Lakers e vivacità dei Grizzlies. Poi Memphis crolla, sotto i colpi di AD (che aveva infilato sulla sirena dell’intervallo il tiro del 49-47 Lakers) che alimenta con 16 punti il parziale di 22-0 che decide la partita. L’ultimo quarto comincia da 88-67 gialloviola: con Davis in panchina a riposare la spalla malandata, James chiude i conti con Memphis.
LA Lakers: Davis 40 (7/15 da due, 0/2 da tre, 26/27 tiri liberi), James 23, Caldwell-Pope 13. Rimbalzi: Davis 20. Assist: James 8.
Memphis: Morant 16 (5/10, 1/3, 3/3 tl), Valanciunas 14, Allen 13. Rimbalzi: Valanciunas 11. Assist: Brooks 4.
Fonte:gazzetta.it