Succede tutto nella ripresa: avanti i rossoblù con Soriano, quindi lo show del belga con un tocco sotto misura e il rigore trasformato al 91’. Sei vittorie su sei in trasferta per la banda Conte

Ne ha messi altri due. Il numero otto e il numero nove, in undici giornate. Ha vinto un’altra gara in trasferta, la sesta su sei. Lukaku e l’Inter passano anche a Bologna, dopo essere andati sotto. Ribaltano tutto nell’ultimo quarto d’ora, con un tocco da distanza ravvicinata, dopo un paratone di Skorupski su girata di Skriniar, e poi nel recupero, trasformando un rigore concesso per fallo di Orsolini su Lautaro (aggancio in stile Sanabria-Ronaldo). Lukaku non ha paura di niente, e allora esulta a braccia aperte verso la curva rossoblù, che risponderà nel peggiore dei modi, con i soliti (ahinoi) ululati. Conte salta a bordo campo per festeggiare: la pressione è di nuovo sulla Juve, quest’Inter non molla nulla, anche quando le cose sembrano girare storte. A Bologna ha conferme dalla difesa, mostra segni di fatica a centrocampo, si affida alla solita coppia d’attacco. E scopre Lazaro: le attese risposte arrivano anche dall’austriaco, protagonista di una buona gara.

POCO IN MEZZI

“Giocano sempre gli stessi”, direbbe Conte, che però cambia le fasce, riproponendo Biraghi e soprattutto lanciando dal primo minuto Valentino Lazaro. L’austriaco al debutto da titolare reggerà bene l’urto, dimostrandosi attento in fase difensiva (quella più ostica per lui) e davanti facendo dimenticare qualche errore iniziale con più di una giocata apprezzabile. L’unica altra novità è Bastoni, mentre sta diventando una costante la marcatura a uomo degli avversari su Brozovic. Stavolta ci pensa Soriano, e ne inibisce parecchio l’azione, anche perché Marcelo è appannato di suo e coadiuvato solo a tratti da Barella e male da Gagliardini, non in grande serata (un retropassaggio di 50 metri mette i brividi ad Handanovic e ai tifosi ospiti). Per creare pericoli quindi l’Inter deve appoggiarsi al fisico di Lukaku: Romelu cresce, difende palla spalle alla porta e va al tiro quando riceve negli spazi. Skorupski gli nega il gol al 30’, così come aveva fatto con Lautaro al 9’: due interventoni che cancellano un passaggio a… Lautaro che costringe Bani a una chiusura disperata su Lukaku.

VANTAGGIO

E il Bologna? Partito a razzo nel suo 4-2-3-1 nel primo tempo sembra rinculare per assorbire i colpi, per poi diventare più padrone di campo e pallone nella ripresa: Orsolini e Sansone non sembrano ispiratissimi, Palacio e la palla oggi hanno una relazione troppo saltuaria, ma bastano la quantità di Poli in mezzo e la lucidità di Soriano, nonostante il lavoro in copertura. Il gol del vantaggio è un premio meritato, a livello personale, oltre che una doccia fredda per l’Inter che (Juve a parte), non era mai andata sotto. Azione da una fascia all’altra del Bologna, appoggio arretrato di Svanberg, tiro di Soriano deviato da De Vrij e vantaggio: è il 59’. L’Inter però non si sfalda, anzi pian piano riorganizza le truppe (entrano Candreva e Vecino) e aumenta la pressione. A quel punto Lukaku da positivo diventa determinante, la sconfitta si trasforma in vittoria, il Dall’Ara si infuria e dalla curva arriva anche qualche ululato per Romelu. Che forma i tre punti e si porta tutti sotto la curva.

Fonte:gazzetta.it

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