Lo spagnolo rimonta 6-7(4) 6-4 7-5 e batte il greco al termine di uno splendido match durato quasi tre ore. La vittoria del tedesco contro Medvedev però lo esclude dalla lotta per il titolo. Semifinali: Zverev-Thiem, Tsitsipas-Federer
LA PARTITA
E’ Alexander Zverev, campione in carica, l’ultimo semifinalista delle Finals 2019: il tedesco batte Medvedev 6-4 7-6 (4) in un’ora e 17 minuti e strappa l’ultimo biglietto disponibile, eliminando nel contempo Nadal, cui serviva solo un successo del russo. Con l’arrivo a tre, Tsitsipas è primo per il miglior quoziente set (5-2), mentre tra Sascha e Rafa a quel punto conta lo scontro diretto (vinto da Zverev nella prima giornata). Le semifinali di sabato: alle 15 Federer-Tsitsipas, alle 21 Thiem-Zverev.
Come si poteva prevedere, non è stato un match particolarmente esaltante, perché certo Medvedev non possedeva il sacro fuoco che lo aveva animato fino a inizio ottobre. A Zverev è bastato ottenere il break nel primo game per mantenere il controllo del primo set, grazie a un servizio ingiocabile (alla fine nessuna palla break concessa e appena sei punti ceduti con la prima), l’arma che gli aveva consentito di stendere Nadal all’esordio. La partita si è un po’ ravvivata nel secondo set, dove entrambi hanno mantenuto perentoriamente i servizi fino al tie break, mentre il pubblico esprimeva la sua preferenza per il russo, non soltanto per il desiderio del terzo set ma soprattutto perché sognava una semifinale tra Federer e Nadal. Equilibrio fino al 3-3 con un paio di interventi del Falco, poi Medvedev commette un sanguinoso doppio fallo che vale il 5-3 per il tedesco, che sfrutterà alla perfezione gli ultimi due servizi (chiusura con un ace) per rimanere in corsa a difendere il titolo di un anno fa.
QUALITÀ NADAL
Lo spagnolo aveva mantenuto vive le speranze di qualificarsi con una splendida vittoria sul greco Tsitsipas, sconfitto 6-7 (4) 6-4 7-5 in 2 ore e 52 minuti di altissima qualità.
LA PARTITA
Basta un dato per comprendere il livello della prestazione di Nadal e la ragione della sua vittoria in una sfida equlibratissima: per la 128a volta in carriera non ha concesso nemmeno una palla break e in tutte le occasioni in cui è accaduto non ha mai perso. Nel primo set anche il servizio di Tsitsipas è risultato intoccabile, con l’ovvia conseguenza di una conclusione al tie break, dove Rafa è stato stranamente impreciso con il dritto, concedendo ben tre gratuiti che l’avversario ha capitalizzato nonostante si sia fatto rimontare da 4-2 a 4-4. A metà del secondo set, però, la musica cambia: mentre il maiorchino prosegue a martellare nei suoi turni di servizio, Tsitsipas comincia a concedere qualcosa, sua perché la percentuale di prime cala, sia perché il rivale adesso gli legge meglio le traiettorie: e quando Nadal risponde bene, riesce a prolungare lo scambio e a mettere la partita sui binari a lui più congeniali. Certo, Stefanos si conferma sfidante di altissimo livello, era già qualificato ma se la gioca con talento e orgoglio, dimostrando l’ambizione del campione vero. Però in battuta soffre, annulla due palle break sul 2-2, un’altra sul 3-3 ma deve capitolare nel nono game, quando un dritto largo apre la strada al break decisivo per il parziale. Anche il terzo set prosegue sulla stessa falsariga, ma con una qualità di tennis ancora superiore: Nadal continua a sbagliare qualche dritto di troppo, ma ha l’intelligenza di accorciare gli scambi in un match fisicamente durissimo andando spesso a prendersi i punti a rete (22 su 28 alla fine), il greco si aggrappa al dritto per rimanere in partita, pur concedendo altre tre palle break fino al 5-5. Qui, un fantastico passante di dritto in corsa di Rafa gli procura un’altra occasione per strappare il servizio a Stefanos, che si salva con la prima e con il susseguente dritto vincente, ma alla nona palla break del match la volée larga del greco chiude in pratica la contesa. Nadal ora deve solo attendere, in un torneo mai benevolo con lui(due finali perse nel 2010 e nel 2013 e sette ritiri per problemi fisici su 15 qualificazioni), ma intanto riceve la coppa per il numero uno di fine anno, la quinta: è il più vecchio di sempre ad aver chiuso una stagione al vertice (33 anni) e il primo a tornare in vetta per la quarta volta non consecutiva. Un gigante.
Fonte:gazzetta.it