Lo show di SIGMA, giunto alla sua sesta edizione, si conferma la meta annuale più ricercata da aziende e delegati iGaming provenienti da ogni parte del mondo.
Immancabile la presenza in Malta del gruppo Stanleybet, rappresentato dal suo CEO Giovanni Garrisi, che per l’occasione è stato raggiunto dal nostro team The Betting Coach presso lo stand espositivo di Magellan Robotech, azienda considerata il ramo B2B del colosso iGaming.
Uno show interessante e altamente performante nel quale il Gruppo ha presentato tutte le ultime novità lanciate sul mercato inclusi il gioiellino di casa – l’MBK (Magellan Betting Kiosk), la cassa automatica prodotta nei laboratori di Spalato in Croazia e il famoso TRIDENT, la Virtual Football League a 20 squadre con giocate ricorrenti ogni 5 minuti.
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“Decreto Fiscale, Registro degli operatori, il futuro dei ctd e dell’azienda – questi alcuni temi toccati da Giovanni Garrisi (ceo di Stanleybet) nell’intervista congiunta rilasciata per Agimeg e The Betting Coach“.
Decreto Fiscale: articoli 28 (blocco dei pagamenti) e 31 (imposta unica) sembrano norme fatte apposta contro Stanleybet: è così?
Una Legge di Bilancio è un documento così importante per il Paese che non si può pensare che sia stato scritto avendo in mente specificamente Stanley. Norme di contrasto verso gli operatori che svolgono attività illecita o che non pagano le imposte dovute sono auspicabili. Raccolgo però volentieri la sottile provocazione della domanda, che forse vorrebbe sottintendere che la Stanley possa essere considerata un operatore non appartenente al circuito legale o che non si assoggetta al pagamento delle imposte dovute. Ovviamente non è cosi. Lo testimoniano, nell’arco di un ventennio, migliaia di sentenze della Magistratura nazionale, tra cui la nostra Corte Costituzionale, e una decina di sentenze della Corte di Giustizia. Riguardo all’imposta unica, la Stanley ha chiesto all’Amministrazione, con lettera del 30 giugno 2016, di ricevere istruzioni per iniziare a pagare l’imposta in Italia anziché a Malta. Insomma, a metà 2016, data stabilita per la scadenza delle concessioni Monti, Stanley riteneva a rigor di logica di poter pacificamente iniziare a far parte del sistema concessorio. Ovvia, di conseguenza, la richiesta con cui Stanley, nel riscontrare una circolare ADM rivolta a tutti gli operatori, dichiarava testualmente che: 1) Si impegnava a partecipare alla prossima gara prevista per legge (poi mai bandita); 2) Chiedeva istruzioni su come iniziare, dal 1° luglio 2016, a pagare l’imposta unica in Italia e gli oneri concessori e amministrativi e 3) Chiedeva istruzioni per procedere al collegamento al totalizzatore nazionale.
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E rimanendo in tema di Decreto Fiscale, come vi comporterete in merito all’obbligo d’iscrizione al Registro Unico degli operatori?
Sia la Stanley che i suoi CTD, ai sensi della formulazione attuale del decreto fiscale, sono tenuti a iscriversi al registro. E, come sempre, si adegueranno alla normativa vigente. Ovviamente, la sua domanda mirava a chiedere che succede se tale iscrizione viene rifiutata. La risposta è di una semplicità disarmante. Se l’iscrizione verrà rifiutata, le norme dello Stato Italiano, che non dimentichiamolo, è uno Stato di diritto, consentono di esperire i necessari rimedi processuali per la disapplicazione della normativa nazionale in contrasto con le norme del diritto dell’Unione Europea e la tutela e il ristoro di diritti soggettivi e degli interessi legittimi che fossero stati violati. D’altra parte, il rifiuto dell’iscrizione al registro comporta, tra le conseguenze previste dalla norma, l’impossibilità di iscriversi allo stesso per 5 anni, con conseguente impossibilità, per chi è fuori dal registro, di partecipare alle prossime gare. Se ciò si verificasse, è pacifico che si realizzerebbe una nuova, manifesta discriminazione a carico della Stanley e dei CTD, questa volta attraverso la negazione dell’iscrizione al registro. Dubito che ci sia qualcuno che voglia intraprendere una strada del genere contro Stanley. Non si libererebbe di Stanley e condannerebbe il sistema ad altri 5 anni di instabilità.
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Per i CTD Stanley cambierà qualcosa nel 2020?
La Stanley fa già parte del sistema legale del gioco in Italia. Io auspico, però, che il 2020 veda l’inizio di procedure concordate con le Autorità dirette a inserire la Stanley, già dal primo trimestre dell’anno, tra gli operatori che appartengono, non solo al circuito legale, ma anche al circuito degli operatori che pagano l’imposta unica in Italia, sono collegati al totalizzatore nazionale, pagano gli oneri concessori e sono dotati di licenza di polizia. Da parte nostra c’è la massima disponibilità in tal senso, così come dimostrano le ripetute richieste formulate all’Amministrazione fin dal 2016.
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La concessione del Gratta e Vinci è stata oggetto delle vostre “attenzioni”. Come pensa/spera si concluderà la questione?
La concessione per il Gratta e Vinci è stata rinnovata all’attuale gestore senza alcuna gara ad evidenza pubblica. La Stanley ha impugnato i relativi atti e, nel corso della procedura d’appello, ha ottenuto infine che il Consiglio di Stato rimettesse la questione al giudizio della Corte di Giustizia. La settimana scorsa la cancelleria della Corte ha chiesto alle parti, quindi anche alla Stanley, di depositare entro 60 giorni gli scritti difensivi nei quali ciascuno esporrà le proprie ragioni. È possibile che la Corte, su una questione così importante, ritenga necessario sia tenere l’udienza orale a Lussemburgo, sia ascoltare le cosiddette ‘conclusioni dell’Avvocato Generale’. In tal caso, la sentenza potrebbe arrivare entro 12 mesi da oggi. Sarà poi il giudice remittente, cioè il Consiglio di Stato, ad applicare le decisioni vincolanti della Corte di Giustizia. La Stanley, in passato, aveva impugnato il rinnovo senza gara di un’altra concessione dello Stato Italiano, quella del Superenalotto assegnata a Sisal, che nel 2004 fu rinnovata, per altri 5 anni, senza gara. In quel caso, non fu necessario il rinvio alla Corte di Giustizia, ma fu lo stesso Consiglio di Stato ad annullare con sentenza la Concessione di Sisal. Nella gara che fu bandita successivamente dall’Amministrazione, la concessione per il Superenalotto fu di nuovo aggiudicata alla Sisal, ma con la previsione di maggiori introiti per lo Stato di oltre mezzo miliardo di euro.
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Facciamo un’ipotesi. Se un rappresentante di un importante fondo di investimento venisse da lei chiedendole di acquistare la Stanleybet, cosa gli risponderebbe?
Gli consiglierei di non comprare fino a che la compagnia non sarà collegata al totalizzatore nazionale, con un numero ADM per poter completare gli F24 riguardanti le imposte, etc., etc.
La Stanley è un fenomeno strano, che ha un management che si batte sistematicamente per il ripristino della legalità in ogni contesto in cui essa è stata violata. Al momento, nel settore dei giochi. In futuro, chissà. Proviamo questo concetto a metterlo tra apici. Vediamo: “Ripristino della Legalità”. Avrà notato anche la ‘L’ maiuscola utilizzata per la parola ‘Legalità’.
Quindi, tornando ad un ipotetico acquirente, gli direi:” torni da me quando la compagnia Stanley farà parte a pieno titolo del sistema concessorio. A quel punto ne possiamo parlare e sicuramente ci metteremo d’accordo”.