Appuntamento fissato dal 5 al 17 gennaio 2020. Vietati gli smartphone e i navigatori professionisti, l’edizione numero 42 della Dakar torna allo spirito delle origini

Sarà l’Arabia Saudita lo scenario in cui si disputerà la Dakar 2020, che parte il 5 gennaio da Jedda e terminerà il 17 gennaio a Al Qiddiyah, dopo 7.856 km totali di cui 5.097 km (il 65%) sono prove speciali. L’edizione numero 42 della Dakar vedrà al via 572 piloti e 351 mezzi, con un aumento del 5% rispetto alla edizione 2019 che si è svolta in Perù. Di questi, 134 saranno auto e “side by side” – sorta di buggy costruiti partendo dai quad – 170 moto e quad e infine 47 camion. Considerando i piloti, invece, sono rappresentate ben 53 nazionalità, con in testa quella francese.

Il percorso prevede un inizio in prossimità del Mar Rosso, la parte centrale nel nord del Paese e quella finale tra le dune del deserto. Un mix di condizioni ambientali e climatiche – le temperature oscilleranno tra -15 °C e +30 °C – che metterà a dura prova i piloti e i loro veicoli.

Tutto questo senza contare l’oscurità, perché in questo periodo dell’anno il sole tramonta presto in Arabia Saudita e molte tappe si potranno concludere al buio. A questo proposito, ci sono due tappe denominate “Marathon”, cioè la decima e l’undicesima, in cui i piloti dovranno correre per 608 e 744 km senza poter ricevere assistenza da parte delle squadre. Una vera prova di resistenza.

Ma la grande novità della Dakar 2020 riguarda la navigazione. Gli organizzatori, infatti, hanno voluto ritornare alle origini, impedendo l’utilizzo di dispositivi super tecnologici e di professionisti della gestione dei percorsi. E’ stato David Casterà a metterci la faccia. il nuovo direttore generale della corsa è un ex pilota dakariano di alto livello, che ha corso con le moto e ha fatto poi il navigatore con le auto.

Così il roadbook non verrà più consegnato la sera prima della partenza ma solo pochi minuti prima dell’inizio della tappa, per evitare che i team possano avvalersi dei cosiddetti “mapman” che sono in grado di utilizzare anche software di derivazione militare. Inoltre, gli smartphone dovranno essere chiusi in una cassetta che verrà sigillata e negli abitacoli dei primi 25 classificati verranno installate due telecamere per controllare che nessuno faccia il furbo. A disposizione dei concorrenti ci saranno dunque solo il roadbook e il Gps, per districarsi all’interno di scenari stupendi ma completamente sconosciuti, con grandissime quantità di sabbia e immense dune da attraversare.

Tra i piloti spicca Fernando Alonso, che ormai ci ha abituato alle sue incursioni fuori dal mondo della Formula 1. Correrà insieme a Marc Coma a bordo del Toyota Hilux, che sarà a disposizione anche del vincitore uscente Nasser Al-Attiyah. Sarà battaglia con i tedeschi del team X Raid che schierano il Buggy Mini del pluri-vincitore Stéphane Peterhansel e Carlos Sainz, mentre la Mini 4×4 è stata affidata all’esperto Jakub Przygonski.

Nelle moto, invece, si perpetrerà la sfida tra lo squadrone KTM che ha vinto le ultime 18 edizioni di fila, la Yamaha e la Honda HRC Monster Energy. Quanto ai piloti italiani, ce ne sono 27 iscritti alla Dakar 2020, la maggior parte nelle moto. Nelle auto ci sono due equipaggi, quattro nei camion e tre nella  categoria side-by-side, di cui uno completamente femminile.

Purtroppo, come ormai accade da qualche anno, la Dakar non sarà trasmessa live da nessuna televisione. Ogni giorno si potrà guardare un riassunto completo della tappa alle ore 18 sul canale 20 del digitale terrestre. Inoltre Eurosport trasmetterà gli highlights giornalieri tutti i giorni alle ore 23.

Fonte: https://www.lastampa.it/motori/attualita/2020/01/04/news/dakar-2020-il-ritorno-all-avventura-e-in-arabia-saudita-1.38287934