Esordio dello svedese, ma i rossoneri sono lenti e prevedibili. Fischi per Suso. L’eroe è Donnarumma che salva due volte i suoi

A San Siro finisce ancora senza gol: stavolta è la Samp che strappa un pari importante in chiave salvezza. Senza gol contro il Sassuolo a rovinare la festa dei 120 anno rossoneri, prima della sosta. E senza gol oggi, a rovinare il ritorno di Ibra. In realtà il Milan aveva due obiettivi: mostrare il nuovo acquisto e cancellare la disfatta di Bergamo. Lo ricorda anche la Curva Sud, che accoglie Zlatan con applausi e uno striscione, e prima ancora mostra un lenzuolo bianco con la scritta Atalanta-Milan 5-0. Il Milan non deve dimenticare ma iniziare a curare la ferita, come spiegato alla vigilia da Pioli. Che dall’inizio manda in campo PIatek per Ibra, già carico ma a corto di ritmo. Per quanto si vede in campo in realtà Zlatan può starci benissimo: squadre chiuse e scarsa intensità. Per le prime occasioni si va infatti al 23’, con Colley che mura Bonaventura arrivato al tiro sugli sviluppi di un angolo. Suso prima si fa bloccare in due tempi da Audero e in un secondo momento è chiuso da Colley. È qui che Ibra inquadrato in panchina si mette le mani nei capelli, un attimo prima di iniziare il riscaldamento e riascoltare il boato dei sessantamila di San Siro. Come la prima volta che aveva messo piede in campo e come era successo alla lettura delle formazioni. La Samp non conclude mai, perché gioca in difesa e perché non è fortunata: prima perde la qualità di Ramirez, poi è costretta a rinunciare a De Paoli, che lo aveva sostituito. Dentro Jankto.

BOLGIA

San Siro aspettava il secondo tempo che avrebbe segnato l’ingresso di Ibra e il grande ritorno non tarda: dopo dieci minuti Zlatan ricomincia la sua avventura rossonera. Con Ibra entra anche Leao, con una coppia d’attacco completamente rivista: fuori Piatek e Bonaventura. L’ingresso di Ibra porta subito emozioni, ma le occasioni sono della Samp: Donnarumma si oppone a Gabbiadini (copione che Gigio si trova costretto a ripetere pochi minuti dopo dalla prima chance ospite, sempre con Gabbiadini). Ma quando il Milan mette la testa fuori, la testa è di Ibrahimovic: su cross di Suso il colpo è debole e Colley allontana. Poi è Leao a tentare due volte la conclusione, sempre senza successo. La quantità di errori tecnici fa infuriare San Siro, che si ribella a un altro pomeriggio senza gol. Ibra si danna: corre, cerca la profondità, pressa, accompagna sempre l’azione, ma nessun compagno riesce a consegnargli un pallone preciso. E il pubblico dall’euforia passa in fretta ai fischi. Solo una grande confusione (Suso malissimo) accompagna le squadre fino al 90’. Quello che segue sono solo altri fischi.

Fonte.gazzetta.it