Granata svuotati dai supplementari di giovedì in Coppa Italia, ma capaci di salire al settimo posto grazie allo spagnolo. Emiliani poco concreti
Stremato, ma felice. Il Toro torna in paradiso, accompagnato da un colpo di biliardo di Alejandro Berenguer, e si riprende un posto nel pieno della zona Europa. Da questa domenica il Toro è settimo, a due lunghezze dal Cagliari sesto. Mazzarri conclude la maratona di questa settimana con la terza vittoria su tre in sette giorni e archivia il girone di andata con gli stessi punti dello scorso campionato (27). Mihajlovic invece ha da recriminare per aver concesso un intero primo tempo al Toro. Al Bologna non è bastata una ripresa all’arrembaggio per sfondare il muro granata.
FEBBRE ALTA
Prima o poi arriverà il momento di passare all’incasso, perché nell’ultimo periodo il Toro ha cumulato un credito con la fortuna. A un’infermeria già bella piena, questa mattina si è aggiunto anche Tomàs Rincon, svegliatosi con la febbre alta. Poco prima della riunione tecnica del mattino, Mazzarri ha perso il suo settimo uomo (erano sei gli indisponibili fino a ieri sera), un problema non da poco per un Toro alla terza partita in sette giorni (con i centoventi minuti più rigori di giovedì in Coppa). Così se la coperta era già corta, le scelte diventano obbligate: Meité ritrova spazio a centrocampo, Djidji confermato in difesa (come era nell’aria già ieri), davanti il tridente Berenguer, Verdi, Belotti. Mihajlovic (alla nona panchina in questa stagione) è accolto dai cori e dagli applausi del suo ex pubblico. Non ci sono sorprese nell’undici bolognese, con i quattro uomini davanti: Sansone, l’ex Soriano, Orsolini e Palacio.
IL MORSO DI BERENGUER
A vedere il primo tempo dell’Olimpico, sembra che sia stato il Bologna alla terza gara in una settimana. Il Toro è tonico, ordinato, spesso propositivo, capace di ridurre il Bologna a una difesa costante della propria metà campo. La conclusione di Schouten dopo otto minuti (Sirigu attento) è solo un fuoco di paglia, perché presto la squadra di Mazzarri prende in mano il pallino del gioco. Il Toro accelera e pressa, e mette subito una ruota avanti: è la storia dell’undicesimo, Berenguer raccoglie un assist di Belotti e sblocca l’equilibrio. Per lo spagnolo è il quinto gol di questo campionato, il primo nel giardino di casa in questa stagione (la scorsa stagione ne aveva già fatti due all’Olimpico).
IL LAMPO DI VERDI
Nel primo tempo il Toro soffre quasi o nulla, e fa la partita. Le uniche sbandate le concede la coppia Djidji-Aina, favorendo le ripartenze di Orsolini (al 15’ Sirigu chiude lo specchio, tre minuti dopo un sontuoso Nkoulou ci mette una pezza dopo un pasticcio di Djidji). Ma Berenguer è in palla e Verdi gioca sul filo dell’adrenalina: Belotti sfiora il raddoppio (16’: Danilo salva in angolo), soprattutto Simone Verdi va a un centimetro dal raddoppio quando, al 40’, indovina un sinistro che si stampa sul palo.
ONDA ROSSOBLU’
Mihajlovic avrà alzato la voce nello spogliatoio con i suoi, e in avvio di ripresa si vede subito. Il Bologna inizia a giocare con le marce alte, e l’onda rossoblù si abbatte subito sulla difesa granata: quattro occasioni per gli ospiti nel primo quarto d’ora. Inizia Poli (3’), arriva il palo di Palacio (9’), poi ancora l’argentino a tu per tu grazia Sirigu (12’) e chiude Sansone con un tiro velenoso (15’). Mazzarri capisce che nel serbatoio del suo Toro sta finendo la benzina e inserisce Laxalt (per Verdi) passando al 5-3-2 con l’uruguaiano nella posizione di mezzala.
IL MIRACOLO DI SIRIGU
Mihajlovic è costretto a togliere un Bani acciaccato, al suo posto l’esterno offensivo Olsen, e poco dopo si gioca la carta Santander (fuori Orsolini). Nell’ultimo quarto d’ora c’è spazio per Edera (fuori Berenguer) e Dominguez (per Poli) che portano vivacità in un finale confuso e combattuto con i denti. Non poteva mancare il miracolo di Sirigu: ed eccolo, a due minuti dalla fine su Palacio in uscita. Alla fine, il Toro fa festa.
Fonte:gazzetta.it