Meglio i rossoneri, con il gol del croato, ma frenati dalle parate di Buffon e in inferiorità numerica per il rosso a Hernandez. Poi nel finale CR7 equilibra la gara dal dischetto
Tra i due condannati (per il momento soltanto a vincere) non l’ha spuntata nessuno, ma se questo 1-1 è un buon risultato per la Juve in vista del ritorno, a uscire meglio dal match è stato senza dubbio Pioli rispetto a Sarri. Il Milan conclude decisamente confortato una sfida in cui ha eliminato le scorie del derby e ha messo sotto – soprattutto in termini di occasioni – la Juve. Per i bianconeri il momento resta quello che è: fatica nel costruire e a dare linearità alla manovra, cosa che col passare dei minuti ha dato coraggio sia ai giocatori rossoneri, sia ai tifosi. Il tutto nell’ambito di una cornice fantastica per essere un giovedì sera, con quasi 73 mila spettatori.
TATTICHE
Pioli, come da indicazioni emerse dal lavoro di questi giorni, ha confermato praticamente in blocco la formazione schierata nel derby, con l’unica, forzata eccezione di Calabria al posto dello squalificato Conti. Quindi Ibra unico terminale con il trio Castillejo-Calhanoglu-Rebic alle spalle. Sarri, invece, ha calato una carta diversa sulla fascia destra, preferendo Cuadrado a Bentancur, con il colombiano – alto in un 4-3-3 dove Dybala agiva da falso nove – preferito con tutta certezza all’uruguaiano per provare ad arginare la bellicosità e la corsa di Hernandez. Il primo tempo è vissuto sotto il segno del Diavolo, entrato in campo con la stessa convinzione e intensità vista nel derby. La domanda ricorrente infatti verteva sulla capacità di mettersi alle spalle una sconfitta così pesante, e la risposta è stata positiva. Una prova di maturità. Basti pensare che la Juve nei primi 45 ha portato soltanto un pericolo a Donnarumma, con un bel destro di Cuadrado murato dal portiere rossonero. Il resto è stato Milan, capace di concludere verso Buffon tre volte nei primi cinque minuti. Complessivamente nella prima frazione il Diavolo ha trovato lo specchio della porta bianconera tre volte (la più pericolosa delle quali con Calabria), più altre tre conclusioni terminate fuori. Non male, a riprova di un momento in cui gambe e idee girano con profitto. La Juve invece si è ritrovata accartocciata in un possesso piuttosto sterile, con un giro palla più macchinoso che ficcante, dove Cuadrado raramente è riuscito a strappare e dove Ronaldo è stato servito col contagocce. Ramsey ha provato a cercarsi spazi nelle zone centrali che ha trovato solo a sprazzi, l’unico capace di cambiare marcia e dare qualche guizzo è stato Dybala. Troppo poco per la Signora.
BOTTA E RISPOSTA
L’inerzia della sfida non è cambiata per buona parte della ripresa. Il Milan si è ripresentato convinto a ricominciare come aveva finito e la Juve ha proseguito a faticare nell’alzare i giri. Una squadra compassata e in alcuni frangenti imprecisa negli appoggi come raramente capita di vedere. Il Diavolo è andato vicinissimo al gol già dopo due giri di lancetta, con Rebic imbeccato da Ibra, ma il croato ha sparato addosso a Buffon a tu per tu col portiere bianconero. Ibrahimovic ha giocato una partita poco appariscente (una sola vera conclusione, deviata in angolo da Buffon), cercando soprattutto sponde per i compagni. Al 16’ il Diavolo è passato: la Juve ha perso un duello in mediana e la palla è arrivata a Castillejo che ha crossato morbido per il destro al volo di Rebic a pochi passi da Buffon. Male De Sciglio in marcatura. A quel punto Sarri ha buttato dentro Bentancur e il fischiatissimo (con Bonucci) Higuain, ma l’andamento della sfida è cambiato più che altro perché il Milan si è fatto male da solo: Hernandez, già ammonito, è entrato scomposto su Dybala e si è giustamente preso il secondo giallo. A quel punto i rossoneri hanno ovviamente perso metri preziosi e la Juve ha piazzato le tende nella metà campo avversaria. Ma c’è voluto un rigore al 90’ per riacciuffare il match. Se l’è procurato Ronaldo con una sforbiciata in area terminata sul braccio largo di Calabria: consulto col Var, CR7 sul dischetto e gol. L’ultima annotazione è sul referto arbitrale, che è un bagno di sangue per il Diavolo: nella sfida di ritorno a Torino non ci saranno né Ibrahimovic (diffidato e ammonito) né Hernandez. Saranno due assenze pesantissime.
Fonte:Gazzetta.it