Andata ottavi: la squadra di Gasp va sul 4-0 con la doppietta di Hateboer e i gol di Ilicic e Freuler, poi il gol di Cheryshev. Ritorno il 10 marzo in Spagna

E vai così, Atalanta: al ritorno nel temutissimo Mestalla potrai anche giocare con relativa tranquillità. La squadra di Gasp stende 4-1 il Valencia, senza se e senza ma, dimostrando di meritare i quarti di Champions: segna da 16 gare di fila, tra campionato e coppe e ha una condizione di forma strabiliante. Paura degli ottavi? Non scherziamo: la Dea comincia come sua abitudine, ritmo alto e pressing. Il Valencia emergenziale (6 infortunati più uno squalificato) decide di fare la cosa più logica: aspettare per ripartire. E’ il copione del primo tempo e di quasi tutta la partita: Gomez largo a sinistra, manda subito in crisi Wass, costretto a tenere la posizione, ammesso di avere voglia di spingere sulla fascia. Pasalic, da trequartista, può infilarsi nello spazio lasciato dall’inedita e traballante coppia di centrali spagnoli e all’8’ non sfrutta la splendida imbucata di Ilicic, tirando su Domenech che comunque è bravo a chiudergli la visuale.

HATEBOER GOL

Si capisce in fretta che partita sarà: la Dea spinge con insistenza con il Papu e anche con Hateboer che sfrutta la molle resistenza di Gaya. E’ proprio l’olandese a segnare il meritato 1-0, anticipando il piccolo terzino e mettendo dentro il cross da sinistra di Gomez. Bravo il Papu, male Fernan Torres che si fa saltare. Valencia allo sbando, incapace di costruire e tenere il ritmo dei nerazzurri, anche perché Parejo, per costruire il gioco, vista la latitanza dell’ex interista Kondogbia, è costretto a rinculare davanti alla difesa. Poi il Valencia ha una reazione, comincia a rischiare qualcosa. Alla mezz’ora Ferran colpisce il palo dopo una veloce punizione di Parejo che sorprende la difesa, subito dopo tiro da fuori di Guedes, troppo forte, per Kondogbia che si sfionda sul secondo palo senza arrivarci. Una decina di minuti di smarrimento, poi la Dea riprende il controllo di se stessa. E raddoppia, con un gran tiro di Ilicic poco fuori dall’area, contrastato poco e male da Kondogbia prima e Mangala, dopo.

CHE HATEBOER 

Il secondo tempo comincia com’era finito il primo. Subito uno svirgolone di Diakhaby, che fa gridare all’autogol i 45 mila di San Siro. Il Valencia conferma di aver contaminato il suo calcio, non più palleggio ma soprattutto difesa e contropiede. Ma non basta contro questa Atalanta. E infatti, in tempi brevi, arriva il gol che chiude una partita mai stata in discussione: lo sciagurato Kondogbia perde il pallone dopo un contrasto con Gomez, arriva Freuler che si accentra e batte Domenech con uno splendido tiro a giro. Non è finita: da Pasalic per Ilicic che fa un velo per Hateboer (il Var valuta che la posizione dello sloveno, al di là dei difensori spagnoli, non è attiva ma i dubbi restano), l’olandese fugge sulla destra e batte Domenech. In una serata trionfale, c’è spazio per l’errore per Palomino, sfruttato da Chreyshev, entrato al posto di Guedes, che batte Gollini da fuori area. Il gol sveglia il Valencia, che si butta sotto. E’ il momento migliore degli spagnoli. Troppo tardi. Dal 2001 San Siro suscita dolorosi ricordi negli spagnoli, che qui hanno perso la finale di Champions con il Bayern. Ora hanno un motivo in più per odiare Milano.

Fonte:Gazzetta.it