L’ufficialità dell’addio di Sebastian Vettel alla Ferrari lascia l’amaro in bocca e pone fine a cinque anni di alti e bassi con il team di Maranello.
Il Pilota aveva un sogno, una missione: vincere con la rossa e porre fine alla siccità in campionato della squadra più famosa della F1!
Ma la conferma che Vettel e Ferrari si separeranno alla fine del 2020 significa che questa ricerca e storia d’amore probabilmente finirà incompiuta. Un percorso controverso sin dal principio, costantemente turbato da offerte fallite, errori costosi, belle vittorie ma anche minacce da parte di chi nel team non è mai stato scelto per fare il pilota di riserva.
Ciò che è chiaro, è che Vettel ha avuto più alti e bassi rispetto a qualsiasi altro pilota dal 2015.
Seguendo le orme di Michael Schumacher, Vettel era arrivato in Ferrari lasciando alle spalle i suoi quattro titoli alla Red Bull per sposare un progetto più allettante in F1.
“Sono estremamente motivato per aiutare la squadra a tornare in cima”, dichiarò il tedesco. “Metterò il mio cuore e la mia anima nel farlo accadere.”
Ma non bisogna dimenticare a cosa si stava unendo Vettel; la Ferrari usciva da una delle peggiori stagioni dal 2014… quarta in classifica costruttori e reduce dalla sua prima stagione senza vittorie in oltre 20 anni di storia.
Per comprendere il clima difficile di quel periodo, basti pensare che Fernando Alonso decise di abbandonare la nave per orientarsi ad un appuntamento al buio con la McLaren-Honda – e sappiamo come è andata a finire.
Vettel, tuttavia, ebbe immediatamente un impatto positivo. Una vittoria – la prima della Ferrari dall’inizio del 2013 – nella sua seconda gara, dominando in Malesia e finendo d’avanti ai rivali diretti per il titolo Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Impressionanti vittorie in Ungheria e Singapore seguiranno più avanti nella stagione.
Ma proprio quando la Ferrari sembrava pronta a sfidare la Mercedes sono arrivati i risultati deludenti che tutti conosciamo e che hanno portato la Ferrari a disgregarsi e finire dietro le Red Bull.
Errori strategici e interruzioni interne, cose che hanno afflitto Vettel per gran parte del suo tempo in Ferrari, sebbene guidasse la squadra con sette podi.
Nella stagione 2017 e 2018, Vettel perde il suo tocco vincente nonostante l’auto innovativa a sua disposizione. Eppure era in testa alla classifica ruota a ruota con Hamilton, per questo sarà comunque ricordato per ragioni sbagliate e, in definitiva, come un fallimento da parte sua.
Contribuirono al crollo della Ferrari, la pausa estiva, con il team che non riuscì a eguagliare Mercedes per ritmo e affidabilità, ma anche a causa di due importanti errori di Vettel: lo scontro a Hamilton a Baku sotto la Safety Car – descritta come “pericolosa”, “disgustoso” e “vergognoso” da parte del pilota Mercedes – e un incidente al primo giro con Raikkonen e Max Verstappen a Singapore.
La parola fine, al di la di tutte le avventure fin qui descritte, probabilmente è stata decretata dall’arrivo in Ferrari del giovane Charles Leclerc al posto di Raikkonen. Un giovane campione che ha impiegato pochissimo tempo per oscurare una vecchia stella ormai passata in secondo piano.